Titolo: Lo Squalo
Titolo originale: Jaws
Un film di Steven Spielberg con Roy Scheider, Robert Shaw, Richard Dreyfuss
Genere: drammatico, thriller
Durata: 124 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 1975
Voto: 4,5/5
"Ci serve una barca più grossa!"
E' sempre difficile parlare di film come questi. Film come Lo Squalo capaci di far saltare sulla poltroncina lo spettatore a distanza di quarant'anni anche dopo mille visioni, pur sapendo a memoria ogni singola scena e battuta. Non ricordo la data a cui risale il mio primo incontro con questa gemma della storia del cinema. Non posso nemmeno definirlo come il 'mio' primo Spielberg. Tuttavia ho uno speciale legame con questa pellicola. Sarà perché per anni squali di tutte le dimensioni hanno popolato i miei peggiori incubi, sarà... Non è che tutta la pericolosa ma magnetica atmosfera che circonda questi spaventosi predatori acquatici sia da attribuire proprio a questo titolo?

Lunghe spiagge affollate da turisti e famiglie nel weekend, una pinna che spunta minacciosa all'orizzonte, urla e grida disperate, caos generale. Impossibile non visualizzare mentalmente questa scena divenuta ormai iconica. La grande potenza di questa pellicola è proprio questa: la capacità di regalare sequenze visive immortali. Certo, a qualche decennio di distanza alcuni stratagemmi utilizzati per gli effetti speciali fanno sorridere ma quel muso determinato, quelle file infinite di denti e quello sguardo non ispirano simpatia e non c'è effetto visivo che tenga. Forse, però, si dovrebbe parlare dell'attesa, della tensione crescente che arricchisce ed anima il film. Per buona parte del film il protagonista non è lo squalo, bensì la sua presenza invisibile in preparazione dell'attacco letale.
Tratto dall'omonimo romanzo di Peter Benchley, Lo squalo è probabilmente uno dei pochi film capaci di superare il corrispettivo sulla carta stampata per popolarità. La tematica uomo contro natura riesce sempre a coinvolgere lo spettatore regalando una sfida all'ultima abilità e briciola di energia. Il trio di protagonisti, Martin, Quint e Hooper, è perfettamente assortito e riesce a rappresentare tutte le sfumature del coraggio, dell'ossessione e della inevitabile paura del confronto.
Infine non si può dimenticare quel John Williams che con le sue note incornicia perfettamente la storia e la inquadra idealmente nella galleria di capolavori della storia del cinema.
Questo film rimane di sicuro una delle grandi, immortali icone del cinema. Peccato però che attualmente e da un bel po' di tempo giri solo l'edizione restaurata con un doppiaggio italiano incredibilmente penoso. Non esiste proprio paragone rispetto alla prima versione.
RispondiEliminaVero, il nuovo doppiaggio non è esaltante!
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