Titolo: Nightmare Alley
Titolo italiano: La fiera delle illusioni
Un film di Guillermo del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman, David Strathairn
Genere: noir, drammatico, thriller
Durata: 150 min
Anno: 2021
Voto: 4/5
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All'alba del secondo conflitto mondiale, nella provincia americana un uomo dal passato misterioso si unisce a un'eccentrica compagnia di circo itinerante. Tra spettacoli freak, numeri di prestigiatori e vaticini di chiaroveggenti, Stan (Bradley Cooper) imparerà nuovi trucchi per ricostruire una nuova identità, anche con l'amore travolgente per Molly (Rooney Mara). Il desiderio di ottenere sempre di più, di dimostrare di saper ingannare anche nei modi più arditi lo spingerà al centro di un intreccio di truffe e circonvenzioni ai danni di un potente uomo d'affari di Buffalo. La collaborazione di una seducente e astuta psicologa (Cate Blanchett) riuscirà a portare al successo i piani di Stan?
Sono pochi i registi che possono dire di aver conquistato delle statuette degli Academy Awards sia per il miglior film che per la migliore regia. Guillermo del Toro è entrato in questo prestigioso circolo di nomi dopo il trionfo agli Oscar del 2017 con The Shape of Water. Dopo una simile affermazione con accoglienze concordi di pubblico e critica, gli appassionati di tutto il mondo erano incredibilmente curiosi di scoprire quale sarebbe stato il nuovo progetto del regista messicano. Un remake di un noir a tratti dimenticato in mezzo ai titoli più acclamati (e rivisitati) di quel genere non sembrava, tuttavia, essere nella lista dei prossimi lavori immaginabili. La fiera delle illusioni - Nightmare Alley nasce infatti come adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di William Lindsay Gresham del 1946, già visto sul grande schermo nel 1947 con la prima versione cinematografica omonima.
L'ultimo progetto di Del Toro muove i suoi primi passi a partire da questa ispirazione che sembra trovare dei punti di contatto con il suo cinema soprattutto nelle atmosfere circensi dark della prima parte della narrazione. In questo gioco di ambiguità morali tipico del noir, il regista trova terreno fertile per dare forma ai suoi amati mostri, una sfilata di umanità eccentrica e imperfetta. Nella sceneggiatura a quattro mani confezionata con Kim Morgan, Del Toro compone una parabola circolare in cui tutti questi personaggi giocano con pilastri del noir, rielaborandoli in chiave moderna pur senza snaturarli. Miserazione, rassegnazione e delusione: non c'è spazio per la redenzione, tutto rientra in un ordine prestabilito in cui, tuttavia, soprattutto i personaggi femminili, riescono a muoversi su più livelli al di fuori di rigidi stereotipi che hanno reso grande il genere.

La contrapposizione tra i personaggi di Rooney Mara e Cate Blanchett poteva ridursi alla semplice oggettificazione delle figure della ragazza ingenua e della femme fatale. Questo non accade grazie a due personaggi splendidamente interpretati che trovano profondità attraverso l'espressione dei loro desideri e delle loro ambizioni, più o meno grandi, che le rendono non più semplici pedine del gioco del protagonista. In questa sfumata rilettura di un genere da molti considerato misogino - ma non è forse la femme fatale il primo esempio di una protagonista consapevole del suo ruolo? -, si sviluppa allora la parabola autodistruttiva di Stan, perfetto arrivista interpretato in modo viscerale da un sorprendente Bradley Cooper che dimostra che, nel ruolo giusto, sa fare la differenza.

Magnetico nella sua ode a un cinema ormai scomparso, questo film è uno dei migliori esempi di quello che può raccontare la settima arte con una buona sceneggiatura e con degli attori in stato di grazia. Nella sua anacronistica scelta di tuffarsi nel mondo noir, Del Toro regala un'esperienza cinematografica d'eccellenza che, forse, meriterebbe più attenzione.
Tante aspettative per un suo film, si spera non vengano disattese ;)
RispondiEliminaDal punto di vista tecnico è un film superlativo.
RispondiEliminaSecondo me però le due ore e mezza si fanno sentire. Una lunghezza per me eccessiva, che diluisce la tensione e stempera il racconto (difetto non da poco per un noir).
Comunque sono otto euro ben spesi, ci mancherebbe.