Cerca nel blog
"Tutto è racconto, Martin. Quello che crediamo, quello che conosciamo, quello che ricordiamo e perfino quello che sogniamo." C.R.Zafon
In primo piano
- Ottieni link
- X
- Altre app
WandaVision [mini serie]
Titolo: WandaVision
Cast: Elizabeth Olsen, Paul Bettany, Debra Jo Rupp, Fred Melamed, Kathryn Hahn, Teyonah Parris, Randall Park, Kat Dennings, Evan Peters
Genere: drammatico, sentimentale, sitcom, supereroi
Episodi: 9
Voto: 4/5
“Don’t worry, darling. I have everything under control.”
Lasciati alle spalle gli eventi colossali dell'apocalittico Avengers: Endgame, Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) sono una coppia felicemente sposata che quotidianamente recita la sua routine in un idilliaco quartiere residenziale della provincia americana. Nelle monotone giornate fatte di sketch, incursioni di vicini sopra le righe e gaffe sul lavoro, strani avvenimenti e sospetti iniziano però a insinuarsi tra i verdi giardini perfettamente in ordine di Westview. Qualcosa di molto pericoloso sta per essere rivelato. Qualcosa sta sfuggendo al controllo di qualcuno.
I fan del Marvel Cinematic Universe per un anno e mezzo hanno formulato teorie e costruito congetture sugli indizi disseminati da Jon Watts in Spider-Man Far From Home, titolo conclusivo della Fase Tre che ha chiuso il sipario sull'epopea culminata con lo scontro finale con Thanos. Quale sarebbe stato il nuovo mega-villain? Quando sarebbe finalmente arrivato il momento del tanto atteso Multiverso? L'uscita di Black Widow e l'avvio della Fase Quattro nel 2019 sembravano dietro l'angolo ma la pandemia aveva probabilmente piani molto diversi per appassionati del cinema e non. I piani alti di casa Disney, davanti alle sale chiuse, hanno quindi messo in atto con anticipo la nuova strategia televisiva studiata per aggiungere un nuovo strato di complessità - ma non necessariamente profondità - all'intero MCU. Suo malgrado, WandaVision si è ritrovato nel ruolo scomodo di aprire la strada verso un nuovo periodo di ricerca per la Marvel. Pur trattandosi di un cambio di programma inaspettato, questa mini-serie è diventata la perfetta interprete di un momento di svolta cruciale su più livelli.
Chi scrive, davanti al primo trailer della serie, ha nutrito non pochi dubbi. L'incursione seriale nella vita di due personaggi collaterali (ma non troppo) degli Avengers non appariva particolarmente appetitosa e, anzi, sembrava solo una parentesi all'interno di un progetto più grande che cercava di temporeggiare. Tale impressione è stata parzialmente confermata poiché, anche alla luce degli altri prodotti della Fase Quattro, la miniserie ideata di Jac Schaeffer si è rivelata una piacevolissima evasione, una fuga isolata dal consolidato paradigma Marvel. Inoltre dopo una prima parte rivoluzionaria, lo show si è ripiegato su se stesso, riportando in scena dinamiche risolutive ben collaudate e tutt'altro che esaltanti. La serie però oscura ogni sua imperfezione con un approccio assolutamente fuori dagli schemi in grado di condurre un'autentica e lucidissima analisi metanarrativa che trova in un'eccezionale Elizabeth Olsen un'istrionica interprete.
Con uno sguardo quasi filologico, WandaVision si avventura nella storia delle sitcom familiari dagli anni Cinquanta fino a oggi, intrecciando gli sviluppi del genere televisivo con l'evoluzione dello strano rapporto apparentemente idilliaco che lega i due protagonisti. Lo studio lucidissimo dei cambiamenti dei temi e delle dinamiche della sitcom - caratterizzato anche da una riproduzione fedele delle dinamiche tecniche-produttive - affianca la crescita di un personaggio, quello di Wanda, che mai come in questo caso era riuscito a trovare la sua giusta dimensione. Elizabeth Olsen, sostenuta da una sceneggiatura brillante ma anche estremamente attenta, dona finalmente profondità a una supereroina dell'universo Marvel mettendone il luce sia il potenziale che i conflitti, senza ricadere in facili schemi. Nel confronto-scontro con Agatha, interpretata da una superlativa Kathryn Hahn, Wanda trova anche una prima consapevolezza del suo potere, aprendo le strade a una futura linea narrativa intrigante quanto pericolosa per il personaggio, vero villain di se stessa. Lo show affronta così anche la necessità di superare un lutto, l'inevitabilità di un confronto con se stessi e le proprie emozioni ma anche l'inconscio meccanismo con cui spesso, per sfuggire alla realtà, si costruisce una nuova visione del mondo.
In un continuo rimando di riflessi tra piccolo e grande schermo in cui non mancano i tradizionali Easter Eggs, WandaVision diventa un gioiellino ricco di livelli da dissezionare ma anche da assaporare inconsciamente godendone per puro intrattenimento. L'ulteriore - e inconsapevole - contesto dei mesi di pandemia, esperienza comune di milioni di spettatori, inoltre crea un parallelo quasi surreale con il confinamento di Westview riuscendo a trovare un modo ancora più immediato per empatizzare con una figura complessa come Wanda che, per vivere momenti felici, si rifugia nelle storie e nei racconti del piccolo schermo: intuizioni semplici ma disarmanti nelle loro sfumature più dolciamare.
Commenti
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.
Si, è una miniserie deliziosa, a me è piaciuta molto, anche perché alla fine si ricostruisce tutto e anche le motivazioni di Wanda
RispondiEliminaAnche a me è piaciuta tantissimo! Mi ci sono approcciata con una certa diffidenza, ma alla fine l'ho amato :)
RispondiElimina