Titolo: La fiamma del peccato
Titolo originale: Double Indemnity
Un film di Billy Wilder con Fred McMurray, Barbara Stanwyck, Edward G. Robinson e Porter Hall
Genere: noir, thriller
Durata: 107 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 1944
Voto: 4/5
Al tramonto degli anni Trenta, Walter Neff (Fred MacMurray), un agente assicurativo dalla posizione consolidata e rispettata, si reca a casa di un nuovo potenziale cliente. Ad accoglierlo, però, c'è la seducente e ammaliante Phyllis (Barbara Stanwyck), moglie del facoltoso signor Dietrichson. L'incontro tra i due, affascinante quanto fatale, è l'inizio di una relazione pericolosa basata su un accordo - l'eliminazione fisica del marito delle donna - che giocherà abilmente con la clausola della "doppia indennità" del contratto assicurativo che raddoppia il capitale liquidato.
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Foto: Datebook |
Una donna con un passato ignoto, un uomo senza futuro e un crimine insospettabile. Sono questi gli ingredienti principali de La fiamma del peccato, traduzione italiana di Double Indemnity, film cult di Billy Wilder del 1944. A più di settant'anni dall'uscita nelle sale, questo film tiene saldamente il titolo di film noir per eccellenza, conferitogli unanimemente da critica e pubblico. La verità è che le regole stesse del genere noir sono nate grazie a questo film dalla storia intrigante ma dai retroscena di produzione ancora più gustosi. Questa pellicola, infatti, è tratta dall'omonimo romanzo di James Cain del 1938 ispirato a sua volta a una tragica storia vera. La storia raccontata divenne subito di interesse per un adattamento cinematografico ma il progetto rimase fermo a causa delle rigide regole morali dell'industria di Hollywood fino all'interessamento di Billy Wilder nel 1943.
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Foto: Classic Movie Hub |
Le complicazioni di questo progetto, però, non terminarono. La sceneggiatura prevista sin dal principio a quattro mani ma fu difficile trovare qualcuno che condividesse la visone della storia di Wilder. Dopo la rinuncia di Charles Brackett per i temi scottanti e quella dell'autore originale del libro, la casa di produzione concordò il nome del prestigioso scrittore Raymond Chandler. La collaborazione dell'autore pulp con il regista, però, fu a dir poco folle per tutta la sua durata. Ironico pensare che tutto questo, però, ha regalato al cinema un titolo iconico che non ha perso un grammo del suo leggendario e sinistro fascino.
Un uomo in evidente stato d'agitazione, completamente senza speranze a cui aggrapparsi, confida la verità, tutta la verità ad una cornetta di un registratore. E' un MacMurray ormai conscio della sua illusione e dell'inganno di cui è stato vittima. L'attore statunitense impersona alla perfezione l'uomo medio, incapace davvero di comprendere la situazione da cui è stato travolto e ingannato. Il suo ruolo, tuttavia, non avrebbe retto senza di lei: Barbara Stanwyck.
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Foto: Mental Floss |
Nata Ruby Catherine Stevens, la Stanwyck ha regalato al grande schermo un personaggio senza precedenti, un vero e proprio archetipo che ancora oggi segna storie e sviluppi narrativi. Grazie a una sceneggiatura sofisticata, Phyllis non è la solita bambola bionda del cinema americano ma una donna frutto di eventi precisi e di un preciso carattere ricco di sfumature. La sua figura, quindi, esce dal classico schema della protagonista fragile alla ricerca di qualcuno - generalmente il protagonista maschile - che la salvi. O meglio: sfrutta questo meccanismo fortemente radicato nella mente degli spettatori piegandolo alle proprie intenzioni e costruendo il grande inganno. Nasce così una creatura a metà strada tra la femme fatale e la dark lady dei racconti gialli, un'immagine che, pur creando un canone di un genere, rimane inarrivabile. Così nasce un film davvero memorabile.
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