Titolo: Fleabag
Cast: Phoebe Waller Bridge, Sian Clifford, Jenny Reinsford, Bill Paterson, Olivia Colman, Andrew Scott
Genere: commedia, drammatico
Stagione: 2
Episodi:
Voto: 4/5
Cosa passa per la testa di una trentenne londinese costantemente alle prese con imprevisti, errori e difficili rapporti personali? La protagonista (Phoebe Waller-Bridge) in persona cerca di raccontare i suoi pensieri a chi desidera conoscerla meglio. A volte sembra difficile se non addirittura impossibile seguire la velocità dei suoi ragionamenti. Per chi riesce, però, questo folle viaggio attraverso piccoli e grandi problemi quotidiani potrebbe rivelarsi un'esperienza inaspettata tanto quanto irresistibile.
La prima stagione di Fleabag, trasmessa e prodotta da BBC e ispirata all'omonima commedia teatrale del 2013, passò abbastanza inosservata sugli schermi internazionali e in particolare italiani. Il palcoscenico del piccolo schermo, forse, non era ancora pronto ad accettare e comprendere il travolgente carisma della sceneggiatrice britannica più promettente della sua generazione. In soli sei episodi nel 2016 la Waller Bridge raccontava ogni sfumatura dell'esistenza, senza trascurarne rapporti familiari, lavoro e vita sessuale, della protagonista del suo show con toni taglienti e irriverenti. Forse nelle prime puntate qualcosa di indecifrabile appariva in alcuni momenti sbilanciato, imperfetto. La seconda prova, sempre nello stessa quantità e nel formato di 24 minuti a portata di clic su Prime Video, impara dagli errori, li ripete e ne svela il lato più affascinante con una magnetica vena sagace e ironica.
Dopo l'epifania per i propri errori e il crollo di alcune convinzioni, la protagonista torna in scena nuova ma in qualche modo uguale a prima. I problemi non cambiano. Lei, però, continua ad affrontarli con piglio sardonico che non esita a sfondare la quarta parete non più limitandosi a travolgenti flussi di coscienza ma anche con semplici ma densi sguardi allo spettatore. A reggere il gioco e a fare la differenza questa volta, però, c'è anche il co-protagonista Andrew Scott. L'iconico Moriarty di Sherlock è un sacerdote fuori dagli schemi, un "prete sexy" che potrebbe cambiare il corso della vita della protagonista. Sì, forse anche solo celebrando le nozze tutt'altro che ben accettate del padre con l'odiosa matrigna, un'inarrestabile Olivia Colman. Il risultato è così un'ondata di humor british che non ha paura di avventurarsi un po' sadicamente tra le (invisibili) ferite sociali e personali dell'individuo in questi tempi complessi da decifrare.
Decisamente d'accordo col tuo commento! Lp spirito di questa serie è solidissimo e saldato a quello dei nostri tempi. E questa seconda stagione non sarebbe altrettanto efficace senza la Colman e Andrew Scott 😉
RispondiEliminaSì, la Colman è stata decisamente più incisiva in questa seconda stagione e Scott è stato, invece, il vero valore aggiunto. Spettacolare :)
EliminaPS: è un piacere rivederti da queste parti di Blogspot :D
Un piacere essere tornata, sto cercando di rivitalizzare anche il blog 💪
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