Titolo: Ad Astra
Un film di James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, Liv Tyler, Donald Sutherland, John Ortiz
Genere: fantascienza, drammatico, avventura
Durata: 124 min
Anno: 2019
Voto: 2/5
Degli improvvisi picchi di energia provenienti dallo spazio profondo minacciano le normali attività di sussistenza sulla Terra e su tutti i territori della galassia conquistati dall'uomo. Nel futuro non troppo lontano del maggiore Roy McBride (Brad Pitt) l'umanità ha superato innumerevoli limiti ma ancora non è soddisfatta. L'ingordigia di nuove frontiere e scoperte, il desiderio pionieristico di arrivare lì dove nessuno è mai arrivato prima in passato ha già segnato drammaticamente le vite di molti. Roy stesso è infatti figlio di Clifford (Tommy Lee Jones), famoso e venerato avventuriero spaziale scomparso nel nulla con la sua missione del "Progetto LIMA" incaricato di trovare prove dell'esistenza di forme di vita intelligenti. Proprio questo mistero sembra segnare il destino di Roy nella sua nuova missione nello spazio...
Il settimo lungometraggio del regista statunitense James Gray era attesissimo nella stagione dei grandi festival cinematografici. Già a maggio, infatti, si parlava di una possibile partecipazione al Festival di Cannes. La lunga post-produzione, tuttavia, ha rimandato la presentazione di Ad Astra all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, garantendosi un posto d'onore tra i titoli più attesi. Le tiepide reazioni dopo le prime proiezioni al Lido, tuttavia, non si sono lasciate attendere, destinando sbrigativamente il film a un limbo di indifferenza. L'infelice uscita in sala tra Tarantino e Joker non ha aiutato, spegnendo il poco entusiasmo rimasta.
Solo i veri coraggiosi che, nonostante mille condizioni avverse, si sono avventurati nella sale hanno potuto trovare le prove del valore di questo film un po' (oggettivamente) sfortunato. Per poco più di due ore di visione, insieme al protagonista Roy, si cercano fatti concreti, fattori in grado di non far tragicamente crollare le aspettative dei coraggiosi spettatori. Purtroppo sulla Luna, su Marte e nell'atmosfera di Nettuno, il protagonista e il pubblico trovano solo l'evidenza di un grosso dubbio, un quesito a cui nemmeno il regista stesso ha evidentemente saputo rispondere: cosa voleva davvero raccontare James Gray? Il superamento di un lutto articolato in tutte le sue fasi, la maturità di un uomo e della sua solitudine? Emergono interrogativi, temi interessanti ma non trovano il giusto propellente per seguire l'orbita a loro destinata. Cosa resta, allora di Ad Astra?
Impossibile non affascinarsi davanti ad una messa in scena spettacolare e unica. La sequenza dell'inseguimento sulla Luna è sicuramente iconico e ricco di adrenalina: sarà difficile eguagliarlo in futuro. Questa estrema cura per il lato visual, tuttavia, come già sottolineato non si traduce in un racconto completo e solido. Affiorano semplicemente, quindi, spunti di riflessione e intuizioni originali come la rappresentazione della stazione lunare come un gigantesco centro commerciale dove non è stata portata umanità ma ancora una volta la follia per il consumo di ogni tipo di risorsa. Nascono allora parallelismi con cult come Moon e in seguito Interstellar e Gravity combinati con la riflessività dei film di Terrence Malick. Manca però lo spunto in più, quello davvero in grado di fare la differenza in un genere rischiosissimo come questo. Peccato...
...ma quelle scimmie nello spazio cosa volevano davvero significare?
Ho passato ben tre giorni a interrogarmi sul senso di quella scena per la scimmia e per l'intera sceneggiatura. Ecco, un'altra cosa: questo film mi ha fatto sentire terribilmente stupida nel mio continuo chiedermi "Sarò io che non ho capito il significato?" :(
RispondiEliminaHo trovato Ad Astra" un film parzialmente irrisolto, tuttavia non condivido tutte le critiche negative che ha ricevuto. A me non è parso affatto pedante, e nemmeno un esercizio di stile. L'ho trovato, anzi, molto sincero e profondo, anche se ammetto che c'è "qualcosa di troppo"... è un film che lavora volutamente per sottrazione (come l'interpretazione di Pitt) ma in questo si rifà a tutto il cinema di James Gray, che è sempre stato molto riflessivo e mai "urlato". In ogni caso è un film oggettivamente bello da vedere, nel senso letterale del termine, per la qualità della messinscena che evoca suggestioni ed è una vera gioia per gli occhi. Poi, certo, a livello di contenuti tutto è opinabile.
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