Titolo: Tredici
Cast: Dylan Minette, Katherine Langford, Christian Navarro, Alisha Boe, Brandon Flynn
Genere: giallo , thriller, teen drama
Stagione: 3
Episodi: 13
Voto: 1,5/5
Il suicidio di Hannah Baker (Katherine Langford) ha segnato indissolubilmente le vite di tutti quelli con cui ha condiviso ricordi ed emozioni. Le vicende e i drammi sfiorati di Tyler (Devin Druid) sono il più limpido e critico esempio della pesante eredità della ragazza. A due anni di distanza dall'evento, tuttavia, sensi di colpa e rimorsi affliggono ancora la quotidianità di tutti i giovani della Liberty High School. Emozioni e sensazioni prenderanno turbinosamente il controllo dopo l'ennesimo fatto sconvolgente: la scomparsa di Bryce (Justin Prentice), responsabile dello stupro di Hannah.

La prima stagione di Tredici tratta dall'omonimo romanzo di Jay Asher è stata indubbiamente un caso mediatico, un evento che, con una buona dosa di shock, ha saputo far parlare di sé ben oltre la sua reale qualità. Se, per tutte le sue conseguenze, la prima stagione può essere considerata valida, lo stesso non si può dire del suo diretto seguito, tredici episodi che, pur aggiungendo dettagli alla storia di Hannah, lasciava tanti dubbi, interrogativi fini a loro stessi. Per questo e molte altre ragioni, una terza stagione appariva ben più ardita del più grande azzardo. Ignorando una critica scettica e un pubblico dubbioso, Netflix, tuttavia, ha voluto continuare per la sua strada, riportando sul piccolo schermo gli intrecci confusi delle vite della Liberty High in una terza stagione discutibile sin dal suo trailer.
Prima di proseguire nel discernere tutti i problemi di questi ultimi - forse non proprio ultimi - episodi di Tredici, è importante riconoscere un misero pregio alla produzione. In profondità, dietro a decine di livelli di discutibili qualità e intenzioni, si può infatti apprezzare il desiderio di mettere in scena una prospettiva diversa, un punto di vista, quello di Bryce, in grado di costringere il pubblico a porsi interrogativi morali ed etici. Peccato che tutto questo viene bruciato violentemente in una climax crescente di assurdità e caos che culmina con un finale incoerente e fazioso che non pone domande ma impone risposte di dubbia condivisione.

Se il messaggio machiavellico entra in conflitto con una serie che ha spesso dichiaratamente voluto indicare la giusta strada al pubblico adolescenziale, il resto degli aspetti tecnici e narrativi della storia collassa sotto a script e ambizioni al limite del ridicolo. Autori, cast e produzione, infatti, sembrano totalmente persi in una situazione continuamente appesantita da nuove problematiche e temi. L'introduzione della nuova narratrice, un personaggio comparso letteralmente dal nulla senza contestualizzazione, appare ancora più fastidioso delle espressioni vuote di Dylan Minette. La struttura spudoratamente copiata dai thriller fine anni Novanta e da How to Get Away With Murder funziona per alcuni episodi ma inizia a stancare quando inizia a farsi più caotica. Ogni episodio, infatti, si propone di affrontare una problematica attraverso un personaggio per poi virare bruscamente sulla prospettiva di Bryce e concludere con un cliffhanger su un sospettato. Troppo per delle puntate di appena 50 minuti.
La paura più grande, però, è una: Netflix ha davvero intenzione di preparare una quarta stagione?
Il romanzo non mi piacque per niente. Non credo proprio che vedrò la serie TV.
RispondiEliminaIl romanzo mi manca ma, dopo tre stagioni della serie TV, dubito gli darò mai una possibilità! :)
Eliminaprima stagione ok. Seconda interessante e più scorrevole. Questa noia infinita. Sono ancora al terzo episodio (quest'ultimo visto spezzettato perché NOIA NOIA NOIA) e non so se proseguirò. La voce narrante mi urta il sistema nervoso, ma in realtà, esclusi giusto due personaggi (Justin e Alex), per il momento mi stanno tutti antipatici
RispondiEliminaOgni personaggio è a dir poco imbarazzante in questa terza stagione. Se, dopo la seconda stagione, qualcuno ancora si salvava, ora l'intero cast è indifendibile!
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