Titolo: Midsommar
Un film di Ari Aster con Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Vilhelm Blomgren, Will Poulter, Archie Madekwe
Genere: horror, drammatico
Durata: 147 min
Ambientazione: Svezia
Anno: 2019
Voto: 4/5
La giovane Dani (Florence Pugh) affronta un momento drammatico della sua vita: dopo la tragica morte dei genitori e della sorella, la ragazza attraverso un momento di profonda crisi con il fidanzato di sempre Christian (Jack Reynor). Un viaggio in Svezia, in occasione della festa di metà estate, potrebbe trasformarsi nell'occasione giusta per ritrovare la serenità e la strada giusta per tornare alla normalità. Forse, però, Dani, Christian e gli altri amici del gruppo si sono lasciati troppo ingannare da colori, luci e qualche convinzione da invitante e sorridente cartolina.

Ari Aster è uno dei nomi più citati del momento. Da subito affiancato al collega Jordan Peele con il titolo di autore della rinascita del genere horror, il regista già con il precedente lavoro Hereditary ha saputo trovare un accordo tra pubblico e critica, anche quella più spietata. Midsommar, annunciato con largo anticipo sul web con un trailer studiatissimo e un poster a dir poco spettacolare, ha saputo infiammare un'estate al cinema discussissima tra grandi flop e curiose sorprese. L'eccessiva aspettativa, tuttavia, poteva tremendamente compromettere il risultato.
Che strada ha scelto, quindi, Aster? Partendo - con una scelta azzeccatissima - da un cast privo di volti troppo noti, scommette in primis su atmosfere e suggestioni con quello che è innegabilmente un horror atipico. Con grande maestria e, soprattutto, astuzia nella messa in scena, il regista trova la sua mossa vincente nell'avventurarsi nella luce, non nelle pieghe più cupe e affollate da tanti omologhi. Sulle contraddizioni del lato più limpido ma non per questo chiaro si costruisce così una storia avvincente nonostante un ritmo non esattamente incalzante. Il film è infatti un racconto che scolpisce dolorosamente in profondità, portando alla luce dell'accecante sole di mezzanotte scandinavo tensioni ma soprattutto ferite mai rimarginate e traumi.

Dani e gli altri componenti del gruppo, relazionandosi con una comunità isolata dal mondo, inspiegabilemente sorridente e animata da antiche e controverse tradizioni mostrano o addirittura scoprono se stessi, spazzando via ogni scudo o maschera che li costringe a diventare invulnerabili. Proprio come lo spettatore che davanti, al prendersi forma della depressione e della angoscia di Dani, rimane crudelmente travolto. Midsommar nonostante un'affascinante estetica costruita su folklore e leggenda non è un film che mette agio il pubblico. Proprio per questo è imperdibile con le sue sfide alla logica e le sue molteplici e criptiche riflessioni sul dolore e sulla solitudine.
A sorpresa, tanto ho amato Hereditary quanto ho detestato questo.
RispondiEliminaLe risate involontarie, fra le urla della Pugh e le orge "assistite", hanno avuto la meglio in sala.
Quello strano e precario equilibrio tra inquietudine e ridicolo, invece, mi ha proprio appassionato. Lo so.. è strano! :D
EliminaA me è piaciuto Hereditary, chissà questo, da quello che vedo però tutto è possibile ;)
RispondiEliminaHereditary - ahimé ahimé - mi manca eheh :(
EliminaUn carissimo amico che lo ha visto, mi ha detto: "guardalo, conoscendoti ti regalerà due ore di risate".
RispondiEliminaA parte quello interessante la costruzione psicologica della protagonista SPOILER
La comunità lei la considera come nuova famiglia a tutto tondo o è semplicemente impazzita?
Ti avevo detto che è top la tua nuova struttura del blog? Fruibilissimo. Il bianco è perfetto :)
EliminaGrazie! Tutta la confusa euforia del vecchio layout iniziava ad appesantire un po' il tutto. La pura e limpida semplicità sa sempre essere perfetta e pure più elegante :)
EliminaEeeeh... so che molti sono usciti dalla sala un po' perplessi. Alcuni passaggi sono un po' macchinosi effettivamente ma è bello proprio quel dubbio che avvolge la protagonista, così immersa nelle sue personalissima riflessioni e sempre più in balia - o forse consapevole? - di quello che le accade intorno. Quel punto interrogativo, a tratti anche molto controverso, fa il suo gran gioco e divide nettamente in due il pubblico :)
Purtroppo non posso addentrarmi nel confronto con Hereditary... Senza dubbio Florence Pugh con quell'aria un po' così per tutto il film funziona molto molto bene ed è una componente fondamentale della riuscita del film. Altra certezza: dopo questo film Ari Aster non è solo da tenere d'occhio ma da non perdere! :)
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