Titolo: Mektoub, My Love: Intermezzo
Un film di Abdellatif Kechiche con Shain Boumedine, Ophélie Bau, Salim Kechiouche, Alexia Chardard
Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 212 min
Ambientazione: Francia
Anno: 2019
Voto: 1,5/5
Anni Novanta. Anche questa volta la fine dell'estate è inevitabile sulle spiagge di Sète nel sud della Francia. Il copione di ogni stagione illuminata dal sole sembra ripetersi: un gruppo di amici locali trascorre lunghi pomeriggi in spiaggia dove si possono incontrare giovani turisti in vacanza. Questa volta Tony (Salim Kechiouche) conoscerà Marie (Marie Bernard), ragazza parigina in villeggiatura, e la inviterà ad una festa a cui parteciperanno tutti i suoi amici e parenti, incluso il cugino Amin (Shain Boumedine), di ritorno dopo aver inseguito i suoi sogni di cinema.
Dopo
Mektoub My Love: Canto Uno, la curiosità per un nuovo capitolo della trilogia di Abdellatif Kechiche era davvero altissima. Per questo, insieme all'
ultimo film di Dolan,
Mektoub, My Love: Intermezzo è stato tra i miei film imperdibili dell'ultima edizione di Cannes. La conferma dell'assegnazione del biglietto per una proiezione nel Gran Teatro Lumiére non ha fatto altro che accrescere l'interesse per questa pellicola. La possibilità di assistere ad uno dei peggiori film mai visti, tuttavia, non era stata per niente presa in considerazione…
Si spengono allora le luci e il delirio completamente fuori controllo di Kechiche ha inizio. La bellezza del primo film, quella capacità fuori dal comune di catturare istanti e attimi di gioventù ed estate scompaiono quasi completamente, facendo capolino sul grande schermo solamente nella prima mezz'ora. Piedi nudi tra la sabbia, odore di crema solare e sale sulla pelle: tutto sembra essere al posto giusto tra i lunghi sguardi scambiati più o meno segretamente e dialoghi serrati e divertiti. Dopo questa prima parte, però, il film prende una piega completamente diversa, cambiando radicalmente marcia.

Le luci naturali si spengono e gli unici spiragli sulle storie di Amin, Tony e compagnia sono i neon e le strobo di un locale animato da assordante elettro francese anni Novanta. Qualche salto in pista può trovare giustamente spazio in un film che cerca di catturare spiriti e attimi di un tramonto estivo. Tre ore, però, sono davvero troppe anche per i più coraggiosi. L'interminabile hangover in compagnia di Kechiche diventa un'insostenibile tortura a base di primissimi piani su fondoschiena danzanti, sudori perversi e lunghe sequenze di sesso orale francamente non necessarie se non al puro e onanistico scopo di provocare. Nessun messaggio, nessuna poesia, nessuna storia degna di essere raccontata. Impossibile trovare non un dialogo ma semplicemente un singolo scambio di battute degno di nota. L'intenzione poteva essere quella di catturare l'incessante scorrere del tempo segnato da festosi bagordi in discoteca. Il gusto per la provocazione fine a se stessa e per una sorta di autocompiacimento prende il sopravvento lasciando semplicemente un vuoto di contenuti ancora più assordante della musica che accompagna il lunghissimo ed eccessivo minutaggio del film.

Pensa che già avevo mal sopportato il primo, noiosissimo nell'ultima parte...
RispondiEliminaUltima parte del primo all'ennesima potenza: ecco la ricetta!
EliminaVa bene, ti credo :)
RispondiEliminaCome sai ho adorato il primo capitolo, ma so bene che Kechiche è un regista estremo, senza mezze misure, e che spesso, anzi, perde il senso della misura. I suoi film o li ami o li odi, a me è successo di adorare "Cous Cous" e il primo "Mektoub", mentre mi hanno abbastanza disgustato "Venere Nera" e "La vita di Adele". Quindi capisco quello che scrivi, tuttavia la curiosità di vederlo rimane...
Anche a me Canto Uno è piaciuto moltissimo, questo però rientra senza se e senza ma nella categoria dei film-disgusto del caro vecchio (e un po' bollito) Kechiche. Sono curiosa poi di vedere se troverà qualche tipo di distribuzione non solo in Italia. E pensare che per produrlo ha dovuto vendere la Palma d'Oro di "La vita di Adele"! D:
EliminaChissà perché non avevo dubbi...il primo mi aveva infatti sorpreso in negativo, se poi la solfa è la stessa anche qui stiamo freschi..
RispondiEliminaSe il primo non ti è piaciuto, detesterai questo che ne eredita gli aspetti più negativi enfatizzandoli in maniera a dir poco disgustosa :(
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