Titolo: Black Mirror
Cast: Anthony Mackie, Miley Cyrus, Yahya Abdul-Mateen II, Topher Grace, Damson Idris, Andrew Scott
Genere: fantascienza, drammatico
Stagione: 5
Episodi: 3
Voto: 2,5/5

Un innovativo gioco virtuale che supera la realtà, un tesissimo inseguimento ai tempi dei social network, una cantante intrappolata in un corpo elettronico: la quinta stagione di Black Mirror riduce il numero di episodi e sceglie la strada segnata da tre veri e propri film. Dopo l'esperimento interattivo di Bendersnatch, lo show ideato da Charlie Brooker torna nella sua forma canonica insieme ad un cast di tutto rispetto. Si parte, infatti, con la coppia di amici di lunga data impersonati da Anthony Mackie e Yahya Abdul-Mateen II che, nell'episodio Striking Vipers risvegliano quella che forse può essere più di un amicizia grazie ad un'inaspettata partita in realtà virtuale. L'esperimento Netflix continua con Smithereens in cui un lucidamente folle Andrew Scott inizia un tesissimo confronto con il mondo dei social. Rachel, Jack and Ashley Too è l'epilogo che si focalizza sulla storia di una star con il volto di Miley Cyrus alle prese con la fama e una manager/zia piuttosto discutibile.
Questi nuovi episodi del fortunato show Netflix hanno fatto molto discutere. Si è criticata l'assenza di tecnologia, si è messa in discussione la qualità della messa in scena e in molti sono arrivati alla conclusione che Black Mirror, quello spregiudicato ma così tanto amato, è ormai solo un lontano ricordo. Il pregio di Black Mirror, tuttavia, è sempre stato questo. La sua natura antologica ha permesso sperimentazioni, cambi radicali di toni e giochi di intrecci di storie. La costante è sempre stata una: cinica e coerente osservazione della realtà. Alcuni episodi hanno saputo anticipare fatti veri. Altri hanno constatato crudelmente la realtà. Tutti, però, sono stati sempre segnati da una visione d'insieme precisa, accurata e studiata. La quinta stagione non ha niente di tutto questo.
Questo problema appare evidente sin dai primi minuti del primo episodio-film. Black Mirror non è più consapevole della propria identità e del proprio potenziale. L'euforia passata per lo show ha portato la serie ad essere vittima del suo trend, rifugiandosi in facili paragoni con la realtà come nel terzo episodio in cui il parallelo con Hannah Montana è più banale che mai. Manca l'incisività dei primi tempi e il taglio più cinico in grado di lasciare il segno. Il primo episodio, un viaggio letteralmente al confine tra realtà e fantasia, gioca con emozioni e sentimenti e, nonostante possa contare su un valido spunto di partenza, consuma tristemente tutta la sua vena più cruda con un finale da compromesso.
In mezzo a tutto questo disastro, tuttavia, si staglia un ottimo episodio che, purtroppo, non riesce a salvare un'intera stagione priva di alcun filo conduttore. Smithereens è un avventura senza filtri nel mondo social e ha una connessione con la tecnologia ben più solida di quanto potrebbe apparire. Invasione della privacy, incapacità di controllare la propria identità ed eredità digitale, perdita di connessione con la realtà e senso di colpa enfatizzato da un forte disorientamento: questo cocktail riuscito di tematiche rende la puntata di grande impatto consacrandola tra le più potenti dell'intera serie.
Andrew Scott ci ha provato. Nel complesso, tuttavia, questa quinta bocciatura è una sonora delusione.
Mi ispirava tanto anche a me, ma c'è qualcosa che mi frena a vedere questa serie :) Al momento sono impegnata con Buffy la prima stagione, e penso continuerò per quest strada XD
RispondiEliminaIn molti ti diranno che le prime due stagione sono il top e che il passaggio a Netflix ha snaturato lo show. La mia stagione preferita, invece, è la terza e mi sento di consigliartela vivamente in quanto davvero ben curata e dettagliata nell'osservare un percepibile futuro prossimo. La quarta perde qualche colpo, la quinta è... ecco, un pasticcio! ;)
EliminaIniziata ieri e finita questa mattina, questa nuova serie non ha convinto molto neanche a me. Striking Vipers mi piaceva molto all’inizio ma poi ho perso un po’ di interesse. Rachel, Jack and Ashley Too è il classico feel good teen “movie”. Per fortuna c’è Smithereens che almeno ci ha provato a salvare la stagione.
RispondiEliminaA Striking Vipers manca davvero la marcia in più e, più che debole, forse la definirei inutile nel suo essere innocuo. La terza puntata invece è davvero imbarazzante con sonore cadute nel ridicolo :(
EliminaTroppo ottimismo, è questa la "morte" di questo show. Non si percepisce più quell'angoscia così pressante e opprimente. Tutto è abbozzato e superficiale. Peccato, perchè l'episodio con Andrew Scott fa rimpiangere quello che si sarebbe potuto fare (e aspettare) da Black Mirror :(
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