SerialTeller
L'appuntamento di Stories. dedicato al piccolo schermo.


L'attesa per questa produzione destinata al piccolo schermo era grandissima. Certo, magari non era destinata a superare i confini nazionali ma, senza alcun dubbio, sapeva come affascinare gli appassionati di una storia diventata ormai leggendaria. Perchè, volenti o nolenti,
Il Nome della Rosa rappresenta un punto di riferimento nonché uno dei lavori più celebri della letteratura italiana degli ultimi decenni. Tuttavia il romanzo di Eco - si sa - non è una personalità semplice da plasmare per diversi media. Nel 1986 il coraggiosissimo Jean-Jacques Annaud accettò la sfida e decise di portare sul grande schermo la storia del brillante frate francescano Guglielmo da Baskerville. Il risultato seppure ottimo a livello tecnico non riesce però a uguagliare la molteplicità di simboli, riferimenti e riflessioni dell'omonimo romanzo. Nasce forse da questa ricchezza di contenuti l'idea di provare a snodare su più episodi il complesso mistero che prende vita in una remota abbazia benedettina. La mini-serie firmata Rai sarà riuscita a centrare l'obiettivo?
Dopo il successo (meritato) de L'amica geniale si poteva dire non solo a bassa voce che, tutto sommato, si aspettavano buone cose da questa produzione. Il grande cast di rilievo internazionale - Turturro e Everett su tutti - non faceva che accrescere le aspettative. Sin dal primo episodio, tuttavia, si comprende che qualcosa è andato storto nell'approccio della storia. Dopo dieci puntate, la sensazione non si affievolisce anzi, diventa ancora più opprimente con la consapevolezza che, con una buona libertà di movimento a disposizione, ogni possibile approfondimento è stato sprecato. Si è scelta allora la strada più semplice dell'epicità à la Game of Thrones: intrighi che, sì, funzionano sul breve periodo ma che, se mal intrecciati, finiscono per stancare e ripetersi superficialmente.
Succede allora che, nonostante buoni attori, location e aspetti tecnici, questa mini-serie delude. Delude perchè l'immensa e labirintica biblioteca, ricca di segreti, inganni e conoscenza, si riduce ad una semplice trappola da sfruttare per avere qualche scena adrenalinica. Alcuni personaggi, invece, sono banali vittime di un'operazione con richiami a Robin Hood segnata da sviluppi che non lasciano ampio spazio a nessuna personalità. Il risultato è allora un prodotto che vorrebbe ma non può né essere un top di gamma né il peggio in circolazione. Rimane così semplice indifferenza, mediocrità consapevole di aver sprecato una ghiottissima occasione. Ah, chissà cosa direbbe in questa occasione il caro Guglielmo da Baskerville!
Voto mini-serie: 5 e mezzo
Per saperne di più:
Abbandonato dopo il pilot, neanche troppo a malincuore. :(
RispondiEliminaGran bella occasione sprecata. Io ci sono rimasta decisamente male, purtroppo :(
Elimina