SerialTeller
L'appuntamento di Stories. per il piccolo schermo.
Preparatevi psicologicamente: state per leggere l'ennesimo sfogo senza capo nè coda contro il principale spacciatore di serie tv sulla piazza internazionale. Il rapporto di chi vi scrive con Netflix è in una fase decisamente conflittuale. La sua filosofia - quando si parla di prodotti originali - negli ultimi tempi inizia a farmi a storcere il naso: una storia funziona, ha successo e quindi automaticamente bisogna trovarne un esatta copia, semplicemente più provocatoria, prodotta in un altro paese? Uhm, qualche dubbio inizia a crescere.

Un crollo non poco sospetto in una scuola pubblica "regala" il biglietto d'accesso a Las Encinas, una scuola privata prestigiosa che prepara decine di ragazzi privilegiati all'ingresso nell'alta società, quella composta dalle persone che contano e che possono fare la differenza. Per i tre ragazzi, allontanati da un ambiente più precario e a rischio, questo cambiamento può rappresentare un nuova opportunità di riscatto oppure, in modo più determinato, un modo per scoprire la verità su quanto accaduto. L'incontro con i loro coetanei più spocchiosi e spregiudicati si rivelerà ancora più esplosivo del previsto: una spirale di eccessi, provocazioni, giochi pericolosi e segreti potrà trascinare i ragazzi verso limiti impensabili da cui è impossibile tornare indietro e dove potrebbe scappare pure il morto.
E' davvero facile capire dove vuole arrivare Elite: il suo obiettivo è chiaro e limpido fin dai primi episodi. Ogni dettaglio e ogni personaggio è stato accuratamente costruito per pura provocazione, per gusto per l'eccesso e in nome di un nuovamente santificato guilty pleasure infiocchettato con il solito moralismo da quattro soldi. Dire, poi, che tutto questo è stato costruito è ancora più assurdo. La ricetta, infatti, prevede un Tredici iberico impreziosito da dettagli più pseudo-cool in stile Le regole del delitto perfetto. Niente di quanto inserito in queste dieci puntate dell'ultima "rivelazione" spagnola del piccolo schermo ha un'aria fresca, frizzante e, un minimo, autentico. E' un tripudio di show-fotocopia senza alcun mordente nè con protagonisti in grado di catturare con un minimo di spessore.
Attenzione, sono la prima persona a sguazzare amorevolmente nella travolgente marea della trash tv ma qui si tratta di qualcosa di diverso. Recitazione inesistente, storia senza un filo conduttore e personaggi completamente vuoti: scusate, ma non ci vedo davvero niente, nemmeno un dettaglio, che posso lasciare un segno nella memoria. E' quello che fa la differenza anche nel peggio. La mancanza di una motivazione, di una ragione di esistere fa il resto in uno show che scorre velocissimo, leggero e insignificante.
Voto prima stagione: 3
Per saperne di più:
io ho spento il cervello e l'ho vista.
RispondiEliminaMi è piaciuta xD
Piace anche a me staccare la spina ma... qui non ce l'ho proprio fatta: troppe somiglianze, troppo vuoto :(
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