Titolo: Il miglio verde
Titolo originale: The Green Mile
Un film di Frank Darabont con Tom Hanks, David Morse, Michael Clarke Duncan, Bonnie Hunt, James Cromwell, Graham Greene
Genere: drammatico, fantastico
Durata: 189 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 1999
Voto: 4/5
Un lungo corridoio dal pavimento verde separa i condannati a morte del carcere di Cold Mountain dalla sedia elettrica. E' il Miglio Verde dove lavora Paul Edgecombe (Tom Hanks), guardia che, quotidianamente, assiste alle crisi e alle confessioni dei detenuti del braccio della morte. In questo luogo conosce John Coffey (Michael Clarke Duncan), imponente uomo di colore condannato per lo stupro e l'omicidio di due bambine. Il detenuto, però, giorno per giorno mostrerà un'inaspettata sensibilità che si rivelerà essere un potere sovrannaturale sconosciuto. Le dinamiche dentro e fuori dalla prigione, tuttavia, complicheranno ulteriormente la vita di Paul e John.
Paura mista a stupore, una sensazione inquietante ma allo stesso tempo magnetica. Il miglio verde, alla sua prima visione parecchi anni fa, lasciò chi vi scrive non poco frastornata. Non fu un semplice caso, una reazione dettata dalla giovane età e dalla facile impressionabilità. Ogni volta questa pellicola ha lo stesso effetto. Un po' come il suo 'gemello diverso' Le ali della libertà con cui condivide il regista Frank Darabont, l'ambientazione carceraria e, soprattutto, la mente dietro la storia, Stephen King, colui che, come nessuno in precedenza, ha saputo creare un intreccio indissolubile tra mondo del cinema e letteratura con i suoi romanzi. Nonostante le somiglianze di forma, questo film del 1999, tuttavia, è completamente differente dal suo predecessore nei toni e nei temi trattati.
L'ambientazione delle Louisiana degli anni Trenta sembra subito mettere al centro della narrazione la tematica razziale raccontando la storia di un afroamericano ingiustamente accusato di un crimine. In realtà, l'aspetto che più interessa il regista e l'autore e che appassiona sin dal primo minuto lo spettatore è il legame che si crea tra i due protagonisti, vero motore del racconto. Paul, rassicurante ma senza particolari qualità, è colui che accompagna il pubblico all'interno di quella che, sequenza dopo sequenza, assume i contorni di una fiaba animata da personaggi all'apparenza surreali che, tuttavia, sono di una concretezza disarmante. L'alone di mistero, spesso segnato da sfumature horror molto cupe, spaventa, terrorizza ma lascia al suo svanire una strana atmosfera quasi mistica, difficile da descrivere a parole ma splendidamente percepibile con il semplice sguardo dell'assoluto protagonista: John Coffey.
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Michael Clarke Duncan si cala nel corpo e nell'anima di un personaggio memorabile, capace di condensare emozioni agli estremi in una sola espressione. Questa figura, sfaccettata e svelata gradualmente, è il frutto di un romanzo prima e di un film poi che hanno saputo trovare la voce e i toni giusti per raccontare una storia difficile, cruda ma contemporaneamente speranzosa che colpisce dritta nel profondo con la sua contrapposizione tra bene e male, tra genuinità e sinistra furbizia. Alla fine della storia, quando mancheranno quelle poche pagine, quelle poche scene, sarà difficile allontanarsi a cuor leggero e gli occhi, proprio come quelli di John Coffey davanti alla proiezione di Top hat, cercheranno fino all'ultimo di cogliere la potenza di ogni parola e immagine.
Il Re della suspense compie settantuno anni e un gruppo di appassionati del grande schermo e non solo si riunisce per celebrare il suo compleanno. Questo post è parte dell'iniziativa dello Stephen King's Day ideato e proposto da Marco Contin de La stanza di Gordie. Per gustare al meglio questo evento e per non dimenticarsi di fare gli auguri al maestro King, ecco un riepilogo di tutti i partecipanti con appuntamenti e riflessioni da non perdere!
Il Bollalmanacco di Cinema -
Brivido
White Russian - The Mist
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Per saperne di più:
bella sta cosa dello SK day!
RispondiEliminae a te è capitato un film davvero top, anche se non lo vedo da tempo...
Eh, una visione ogni tanto ci sta: questo titolo, poi, ha sempre un gran fascino. Niente male, considerando che l'anno prossimo compie vent'anni :)
EliminaFilm adorabile, al pari de Le ali della libertà uno dei migliori tratti da un'opera di King. Il problema è che arrivo sempre alla fine con gli occhi in mano per il gran piangere...
RispondiEliminaUna scorta di fazzoletti per questo film è sempre consigliata ;)
EliminaE' proprio una bella sfida scegliere tra "Il miglio verde" e "Le ali della libertà"!
Ho paura di rivederlo, questo film, perché probabilmente finirei stile Cascata del Niagara. Da ragazzino mi entusiasmava questa figura del "gigante" nero, Hanks lo avevo lasciato a Forrest Gump e l'ho ritrovato in grande spolvero. Per non parlare dei 'cattivi'...che peraltro finiscono maluccio...
RispondiEliminaMa domanda SPOILER, di solito si dà connotazione negativa al monologo finale di Paul. Ma solo io la vedo positivamente? Oh, chiaro che per Paul campare più di 100 anni significa rimanere solissimo, appunto, ma io credo che sia anche il testimone 'necessario' per ricordare questa storia e dare un monito sul concetto di giustizia e ingiustizia. In pratica come per noi spettatori. No?
Guarda, solitamente Tom Hanks non mi entusiasma, per niente. Questo è uno dei pochi film in cui mi ha pienamente convinto emozionandomi non poco. Dopotutto il suo personaggio è quello che necessariamente entra in sintonia con chi guarda. Con i suoi occhi conosciamo il colossale Duncan, un grandissimo ruolo!
EliminaSul finale nel post non ho speso troppe parole per non togliere sorprese ma ora ne approfitto per parlarne ringraziandoti per lo spunto. Condivido le tue impressioni: il finale è riuscito proprio perchè riesce a far coesistere entrambi gli opposti, una solitudine insostenibile con la possibilità di raccontare una storia incredibile ma reale. Una condanna e un dono. Perchè, alla fine, non c'è mai solo il bianco o solo in nero :)
Gran bel film, uno dei tanti visti ed amati tratti da SK ;)
RispondiEliminaGli anni 90 hanno saputo sfornare titoli e adattamenti insuperabili ;)
EliminaHo visto questo film quando avevo poco più di dodici anni, capendoci poco in realtà, ricordo però che mi piacque. Poi Lo rividi almeno ancora un paio di volte e il risultato è che lo adoro per davvero. Ottima la performance di Tom Hanks, superato da quella di Michael Clarke Duncan che tira fuori un personaggio davvero memorabile.
RispondiEliminaOgni componente del cast ha dato il suo meglio. Non dimentichiamoci anche un ottimo Sam Rockwell, odiosamente perfido ma indispensabile per dare forza al racconto :)
EliminaConfermo che anche per me la scelta è stata difficilissima.
RispondiEliminaDarabont con i diversi adattamenti ha saputo catturare l'essenza stessa dei libri di King. Anni luce distante da lavori più recenti a dir poco orridi… "La torre nera", giusto per citarne uno D:
Un film bellissimo, per un bellissimo romanzo, anche se, come dici tu, c'è un po' di furbizia...
RispondiEliminaOttima recensione ;)