Titolo: Origin
Autore: Dan Brown
Anno: 2017
Voto: 3/5
Lo stimato professore di Harvard Robert Langdon si reca a Bilbao su invito di Edmond Kirsh, brillante ma controverso innovatore che sta per annunciare al mondo intero una nuova incredibile scoperta che potrebbe sconvolgere le certezza su cui l'umanità ha fatto affidamento per secoli. Per la presentazione dei suoi studi, il futurologo statunitense ha scelto una location affascinante ed esclusiva: il Guggenheim Museum. L'evento, però, verrà crudelmente ostacolato dall'intervento di quella che sembra una misteriosa organizzazione che ha alcuna intenzione di rendere pubbliche le scoperte di Kirsh. Spetta quindi a Langdon e alla direttrice del museo, Ambra Vidal, riportare alla luce una verità(?) ingombrante ad ogni costo e rischio.
Dan Brown è tornato. Ad alcuni questo ritorno potrà suonare come una minaccia ad altri come una lieta novella. E' oggettivo, comunque, che con ogni romanzo pubblico il fortunato autore di Exeter sappia far discutere e riflettere. Origin riporta per la quinta volta al centro della scena la figura di Langdon, impegnato in una nuova avventura dai risvolti pericolosi in Spagna, tra Bilbao, Madrid e Barcellona. Ancora una volta l'ambientazione della storia gioca un ruolo importante nell'appassionare il lettore alla vicenda: l'apertura che segue i passi del professore americano tra le installazioni d'arte del museo è tra le più suggestive e curiose dell'intera serie dedicata al protagonista. A lettura terminata, però, nascono e si consolidano molti dubbi.
Religione, scienza e origine: sono questi i tre cardini dell'intera narrazione. Già con queste poche tematiche si intuisce il potenziale esplosivo tra le mani o meglio, nella penna dello scrittore, soprattutto se si tratta di colui che con l'ambiguità storica/ideologica spesso ha saputo far discutere non poco. Se, però, in passato temi non banali riuscivano a trovare un discreto equilibrio con le dinamiche avventurose, qui oscurano completamente i personaggi in gioco e dominano incontrastati la scena. Sin dalle prime pagine, infatti, si intuisce l'estrema esilità di una trama, una successione di situazioni più che un curato sviluppo su più livelli tra loro connessi. A questo si aggiunge una neanche troppo velata e assillante necessità, da parte dell'autore, di far discutere, di creare controversia su temi delicati. Spesso questo sfocia in dialoghi banali e fuori luogo oltre che in diramazioni secondarie della storia tremendamente fini a loro stesso.
Questa lettura è quindi una totale delusione? Ebbene no. Nonostante i vistosi difetti, l'ultima creatura cartacea di Dan Brown riesce efficacemente a colpire nel segno anche se in extremis. Pur non essendo tra i migliori della serie, infatti, questo libro con la rivelazione finale riesce finalmente a mostrare le sue abilità interrogandosi non banalmente sul significato di origine dell'umanità ma soprattutto sul destino di quest'ultima: niente di catastrofico o apocalittico ma una reinterpretazione interessante e tutt'altro che improbabile che dimostra la grande capacità di osservazione di Brown, sempre in grado di catturare e rielaborare criticamente le principali inquietudini e domande d'attualità. La svolta conclusiva, inoltre, non pone fine alla riflessione ma si rivolge direttamente ad un lettore sì, interessato ad una lettura di facile e immediata fruibilità, ma anche coinvolto in prima persona con brucianti interrogativi.
Io non ho letto ancora niente di Dan Brown, e non so se in futuro lo farò :) E' un autore di cui non nutro un certo fascino, ma non si può mai dire :)
RispondiEliminaTi capisco, ti capisco: il caro Dan Brown sa come essere discusso e discutibile ;)
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