Titolo: Ogni tuo respiro
Titolo originale: Breathe
Un film di Andy Serkis con Claire Foy, Andrew Garfield, Ed Speelers, Tom Hollander, Ben Lloyd-Hughes, Camilla Rutherford
Genere: biografico, drammatico, sentimentale
Durata: 117 min
Ambientazione: Regno Unito
Anno: 2017
Voto: 3/5
Atletico, carismatico e brillante: Robin Cavendish (Andrew Garfield) è sempre stato un vincente. L'incontro, negli anni 50, con la futura moglie Diana (Claire Foy) suggerisce un futuro altrettanto roseo. Durante un viaggio in Africa, però, il giovane inizia ad avvertire strani sintomi: in breve tempo le sue condizioni si aggravano costringendolo immobile a letto. La diagnosi di poliomielite sembra essere una terribile condanna. Robin, però, insieme all'incredibile forza della sua giovane sposa e dei suoi amici saprà ritrovare il coraggio, giorno dopo giorno, per tornare ad assaporare la vita anche con un pizzico di autoironia.
Andy Serkis, dopo incredibili performance con le mirabolanti tecnologie della
motion capture, sceglie un lato diverso della telecamera vestendo per la prima volta i panni da regista. Si aspettava molto dall'esordio
Ogni tuo respiro nonostante il tema al centro della storia (vera) raccontata ricordasse vagamente quello de
La teoria del tutto, capace di coniugare il dramma di una terribile malattia con la forza di volontà di un grande amore. Certo, tutto questo sembrava molto lontano da un personaggio come Serkis ma solitamente sono proprio i più insoliti e inaspettati binomi quelli in grado di appassionare e stupire.
Quali sono le aspettative per un film come questo? Lacrime, tante lacrime sin dal primo minuto. E' così? No, non esattamente. Il dramma e la tragedia della scoperta della malattia coincide con il crollo psicologico del protagonista che vede letteralmente frantumarsi idillio della sua esistenza dinamica, frenetica con continui viaggi e spostamenti e, soprattutto, senza preoccupazioni, che nella prima parte ricorda vagamente l'estetica e la messa in scena elegante de La mia Africa. E' questo l'unico vero momento lacrimoso del film. Nella seconda parte, invece, la pellicola fa affidamento sulle buone performance dei due protagonisti - un Garfield che consolida il suo ruolo nel panorama attoriale e una Foy che dimostra la sua bravura anche senza la corona da fragile regina - che raccontano con piccoli gesti la rinascita e la volontà di ritornare a respirare, ad affrontare le difficoltà con conquiste importanti per un'intera categoria spesso discriminata.
Il tutto è incorniciato da una regia affidabile ma mai d'impatto. Serkis non rivela incertezze ma non lascia nemmeno un'impronta peculiare e riconoscibile. L'assenza di balzi geniali o del coraggio di affrontare rischi rende il film un compito ben riuscito, pulito e sufficiente che omaggia e celebra la caparbietà e la tanto invocata resilienza pur lasciando fin troppo in secondo piano le inevitabili e dure sfumature più difficili e dolorose.
Per saperne di più:
Andy Serkis dirige un film? sbaglio o questo è il suo debutto?
RispondiEliminaNon sbagli per niente, Peter! Ed è molto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare da uno come Serkis ;D
Elimina