SerialTeller
L'appuntamento di Stories. per il piccolo schermo.

Si parla spesso della migrazione dei grandi nomi - registi o attori - dal grande al piccolo schermo, un movimento inarrestabile che alimenta ed è alimentato dalla crescente produzione di serie di qualità. E' un processo che funziona ormai a pieno regime. Tuttavia, si parla molto di serie tv che vedono protagonisti interpreti di spicco, magari vincitori pure di Premi Oscar. Attori meno acclamati, con un curriculum fortemente segnato da alti e bassi, però, sono coloro che inaspettatamente trovano la giusta dimensione sul piccolo schermo grazie a prodotti capaci di valorizzarli... e talvolta regalano al pubblico non poche soddisfazioni!

Uno dei più recenti gioiellini dell'universo crime televisivo è targato Discovery Channel e si addentra tra le pieghe di una delle figure più controverse degli ultimi decenni, un uomo che con il suo modus operandi e la sua lucida follia ha cambiato il concetto stesso di minaccia.
Manhunt: Unabomber con 8 puntate da 42 minuti racconta la storia vera di un criminale spietato e del suo profiler: è il racconto delle indagini e delle loro inaspettate svolte che hanno portato alla cattura del temibile Unabomber, Ted Kaczynski (
Paul Bettany), che a partire dal 1978 terrorizzò gli Stati Uniti con i pacchi postali esplosivi da lui preparati. Attraverso lo sguardo attento di Jim Fitzgerald (
Sam Worthington), lo spettatore segue gli indizi, le tracce lasciate al passaggio di questo terrorista all'apparenza indecifrabile. La soluzione all'enigma sulla sua identità verrà fornita inaspettatamente, in un ambito lontano dalle aspettative capace, tuttavia, di dare vita ad una nuova disciplina: la linguistica forense.
Le storie dei terroristi e criminali solitari hanno da sempre appassionato il pubblico del piccolo schermo. Polizieschi, procedural e thriller le hanno affrontate in ogni modo e formato. Qual è, quindi, l'arma in più di Manhunt: Unabomber? Senza dubbio è la scelta di due protagonisti capaci di creare un legame contraddittorio e ricco di tensione che risulta talmente potente da essere presente in scena anche quando uno dei due personaggi è fuori dall'obiettivo. L'influenza reciproca delle due personalità è palpabile nell'aria ed è linfa vitale per una produzione che gioca con piani temporali e spaziali rendendo le indagini dell'FBI un vero enigma da decifrare episodio dopo episodio. Tutto accade gradualmente e i ruoli in gioco vengono introdotti con grande cautela e cura intuibile dai primi episodi in cui Kaczynski è completamente assente ma le cui parole riecheggiano violentemente nell'aria ossessionando l'agente Fitzgerald e il mondo intero.
Bettany e Worthington, spesso in passato relegati a ruoli da comprimari o a deludente produzioni, si sostengono e valorizzano a vicenda in un gioco di contrasti, inseguimenti logici e strategie articolate. Non si tratta delle semplici dinamiche del gatto e il topo bensì di un meccanismo ben più complesso la cui messa in scena rispecchia alla perfezione i valori e le convinzione dei due personaggi. Esemplificativa è la scena d'apertura che segue il percorso di un pacco postale fino al suo terribile destino. Tra questi ingranaggi alla base del pensiero stesso di Kaczynski si giocano con grande ambiguità gli incontri e gli interrogatori. Ogni dettaglio è ricercato e preparato con largo anticipo: la casualità in questa acuta partita a scacchi non è contemplata.

Questo intricato meccanismo su più livelli - che a parole risulta più che mai macchinoso - sullo schermo funziona alla perfezione, scorrendo piacevolmente e riuscendo a colpire nel segno nei punti giusti. Si riflette così sorprendentemente davanti ad un semaforo rosso che regola le libertà e ci si trova a rivalutare le affermazioni frutto di una follia calcolata. La sottile linea grigia su cui si confondono il bianco e il nero, a fine visione, forse, non sarà così semplice da distinguere.
Voto mini-serie: 8
Alla grande: l'ho scoperto da te e penso proprio possa piacermi, da quel che ne scrivi.
RispondiEliminaComunque, ormai molto cinema si è riversato in tv... certo, Lynch ha precorso i tempi, ma non è un male (però sento che torneremo anche ai telefilm più "cazzoni")
Moz-
Felicissima di averti suggerito una nuova (validissima) serie da seguire!
EliminaSìsì, anch'io sono convinta che a breve per alleggerire un po' l'atmosfera seriosa che sta avvolgendo il piccolo schermo ci sarà una bella ondata di prodotti spensierati: ben vengano!
Beh, Lynch con l'ultima stagione di Twin Peaks ha dimostrato di essere avanti sui tempi anche nel 2017: chissà quando riusciremo a capirla completamente! :D
Me lo segno, mi piacciono un sacco questo tipo di mini serie :D
RispondiEliminaFai bene: lo scontro/incontro tra i protagonisti è rappresentato in modo spettacolare nella sua mai ingombrante cura :D
EliminaGrazie Cassidy ma, dopotutto, una serie con questo nome richiamava un titolo così cercando di rispettare le aspettative ;)
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