Titolo: Strong Island
Un film di e con Yance Ford, Harvey Walker, Kevin Myers, Lauren Ford, David Breen, Ed Boyar
Genere: documentario
Durata: 107 min
Anno: 2017
Voto: 2,5/5
Aprile del 1992. Il corpo di William Ford Jr. è disteso a terra senza vita. Gli hanno sparato in un garage, è stato ucciso dopo aver avuto una discussione dai toni accesi con il proprietario della pistola che ha fatto fuoco contro di lui. Il crimine passa rapidamente in secondo piano tra poliziotti disinteressati e astuti avvocati.
A più di due decadi di distanza la sorella Yance e la sua intera famiglia ancora non riescono a trovare risposte alle mille domande che assillano la loro mente: perché è successo? perché nessuno ha fatto niente per fare chiarezza su quello che è stato considerato un incidente? Yance, con questi quesiti, inizia un lungo viaggio-indagine alla ricerca di risposte.

Strong Island è il secondo documentario della sfavillante scuderia Netflix, insieme a Icarus, in corsa agli Oscar 2018. A differenza dell'altro titolo in gara, questo documentario dell'esordiente Yance Ford si concentra sulle tematiche sociali più scottanti della contemporaneità, in particolare negli Stati Uniti. La regista statunitense mostra al pubblico un'indagine estremamente intima e personale su un fatto che ha distrutto una famiglia, uno scontro verbale tra un cittadino afroamericano e un bianco conclusosi con la morte accidentale o presunta tale del primo. L'avvenimento, raccontato nel modo più consono, avrebbe potuto rielaborare con originalità e incisività la rappresentazione di una società fatta di illusioni e ipocrisie.
La strategia scelta dalla regista e protagonista è la più semplice e limpida, considerando anche che lei stessa è stata protagonista/vittima degli eventi raccontati: primi piani claustrofobici sugli sguardi degli intervistati, fotografie sbiadite o a tinte pastello su un asettico sfondo bianco e parole rotte dall'emozione. Gli ingredienti si mescolano drammaticamente con i sentimenti strazianti che rievocano i racconti e le memorie delle diverse figure e stordiscono lo spettatore con una sensazione di scomodità, disagio istintivo. Purtroppo, nonostante queste solide e notevoli basi consolidate con lo scorrere dei minuti di visione, questo documentario, non certo una visione a cuor leggero, mette un freno al suo impeto distruttivo e travolgente incespicando proprio in quel potente groviglio di emozioni costruito in precedenza. Non riesce a esaltare i contrasti tra la realtà e la fumosa conclusione assegnata al caso e rende il tutto una vicenda piccola, straziante sì ma incapace di trovare una dimensione collettiva e condivisa.
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