SerialTeller
L'appuntamento di Stories. dedicato al piccolo schermo.
Dalla Francia - e comodamente su Netflix - arrivano due nuove serie tv dalle tinte thriller ma con risultati ben diversi.

Sono passate due decadi da quando la serial killer nota con il nome de "La Mantide" ha terrorizzato la Francia con brutali omicidi caratterizzati da un modus operandi ben riconoscibile e non reso noto al pubblico. Dopo così tanti anni, con la colpevole (Carole Bouquet) rinchiusa in massima sicurezza, qualcuno sembra emulare quei lontani e macabri avvenimento. Il commissario Ferraci (Pascal Demolon), responsabile delle indagini, dovrà scendere a patti con l'assassina e affidarsi all'intuito dell'agente Damien Carrot (Fred Testot), figlio della stessa Mantide alla ricerca di un riscatto per i crimini della madre.
Al centro della storia vi è chiaramente il rapporto madre e figlio, complesso per i trascorsi della madre che sostiene di aver semplicemente eliminato oppressori e uomini violenti. E' uno scontro generazionale, di segreti ingombrante e, soprattutto, di passato e futuro. Investigazioni intricate e ben costruite donano solidità ad una serie che riesce a superare i pregiudizi della sottoscritta nei confronti dei prodotti d'Oltralpe. Nel corso di sei episodi, i cali di tensione non mancano ma non sono tali da compromettere un buon sviluppo scandito da interessanti colpi di scena e personaggi secondari affascinanti e ambigui. Una serie consigliata agli amanti del genere: non un capolavoro ma una buona scelta nell'attesa, magari, di qualche nuova stagione degli show più amati e popolari.
Voto: 7

In un impeto di curiosità rivolto verso i cugini francesi e con lo zampino dei malefici suggerimenti di Netflix, terminata La Mante, è stato subito il turno di
The Frozen Dead, Glacé con il titolo originale, serie in 10 puntate su dei misteriosi ritrovamenti di corpi congelati e sventrati da un serial killer. Il trailer, dopotutto, sembrava promettere bene: paesaggi innevati, gelidi e inospitali che rievocano atmosfere da thriller scandinavo, personaggi cupi e fotografia niente male. Invece no: l'azione - si fa per dire - ha luogo in un paesino dei Pirenei, i personaggi, puntata dopo puntata, sono sempre più piatti e stereotipati (il burbero detective, la giovane ragazza dal passato traumatico e così via) e sì, forse la fotografia è un vero pregio. Il vero problema di questo prodotto, che vorrebbe tanto essere sofisticato e accattivante, è che i pochi spunti interessanti della trama vengono soffocati sul nascere da svolte banali, personaggi insignificanti con cui è difficile legare e, soprattutto, ritmi inutilmente lenti scanditi da cliché e climax involontariamente ridicole. Il finale poi... meglio passare oltre. Io vi ho avvisato!
Voto: 3
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