SerialTeller
L'appuntamento di Stories. dedicato al piccolo schermo.
In principio fu Daredevil: il mondo non credeva ai suoi occhi davanti a questa nuova sfumatura del mondo Marvel. Poco dopo arrivò Jessica Jones: no, non era un sogno ad occhi aperti e il MCU sul piccolo schermo di Netflix era un esperimento ben più che riuscito. Come da programma l'obiettivo si sposta su Harlem con Luke Cage: le luci tremolano e forse non va tutto perfettamente. Infine, Iron Fist: accolto ma poco amato. Quanto si poteva aspettare da The Defenders?
La nuova miniserie Marvel si apre con un inseguimento: Danny Rand (Finn Jones) sta cercando di catturare un nemico misterioso, sfuggente. Dietro alle mosse rapide dell'altro combattente si nasconde un volto conosciuto ma con una veste tutta nuova. Silenzio. Schermo nero. Sigla che mette la giusta carica con le cartine di New York che si illuminano gradualmente come tante lampadine che da troppo tempo aspettano di fare luce sul quartetto più atteso del piccolo schermo - almeno negli ultimi mesi. Perché, però, introdurre lo spettatore allo show con una sequenza dedicata ad Iron Fist, il supereroe considerato meno riuscito telefilmicamente parlando? Bella domanda. Anch'io, in principio, ero dubbiosa, titubante. Mossa azzardata oppure un suggerimento, un indizio su ciò che accadrà?
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Lingua originale: inglese
Stagione: 1
Genere: azione, supereroi, crime
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A poche decine di minuti dall'avvio ho compreso che quella, probabilmente, è stata la prima di una serie di mosse vincenti.
Defenders, infatti, nel primo paio di episodi reintroduce il personaggio di Danny attraverso aneddoti e racconti di terzi intervallati dai giusti spunti umoristici e dall'intrecciarsi dei suoi legami con gli altri. Gli altri: Luke Cage (
Mike Colter) che dopo il carcere torna alla sua quotidianità e agli affetti in veste di eroe di quartiere, Matt Murdock (
Charlie Cox) che, smesse le vesti di Daredevil, combatte a suon di arringhe in aula ma non riesce a sconfiggere i suoi demoni e, infine, c'è Jessica Jones (
Krysten Ritter) - quanto mi mancava - che cerca nell'alcool i rimedi alle sue ferite nascoste. Solo un nuovo caso, un'ulteriore minaccia per farli rinascere e unire con un unico obiettivo: porre fine al dominio secolare della Mano che, finalmente, ha dei connotati ben precisi. E' la meravigliosa Sigourney Weaver a vestire i panni di Alexandra: altera, ricercata, spietata ma incredibilmente umana nella sua segreta malattia che muove strategie ed aspettative. Bastano pochi gesti decisi e un portamento imperturbabile a renderla pericolosa al fianco della già nota Madame Gao a capo di un'organizzazione che vuole tra i suoi tentacoli proprio l'Iron Fist.
Nuova formula: 8 episodi che scorrono senza difficoltà o scossoni temporali. I personaggi sono già noti e tornano nell'episodio d'apertura come li avevamo lasciati. L'avvicinamento avverrà a piccoli passi, non alle prime puntate. Non è un "assemblaggio" in serie e nemmeno un raduno pianificato: prima di essere un quartetto ci sono la strana coppia Luke e Danny un po' in stile buddy movie e il duo a tinte crime investigative Jessica e Matt.
Tutto è intrecciato, ogni tessera posata nelle altre serie è al suo posto. Tutto, tuttavia, è incredibilmente originale nella sua individualità. No, non serve perder tempo con discorsi con L'unione fa la forza, Tutti per uno e uno per tutti e così via.. Qui ognuno ha i suoi problemi, le sue paure e, soprattutto, le sue debolezze da comprendere e provare a superare. La Marvel fa questo con lo show e gioca con le difficoltà provate con Iron Fist e ironizza brillantemente sul personaggio. I diversi supereroi, invece, lottano per i loro ideali, le loro prospettive sulla città: New York, non un semplice sfondo di battaglie fracassone e galattiche ma un vero personaggio con i suoi oscuri vicoli e le sue flebili ma essenziali speranze sussurrate. Un accordo si troverà, un gruppo, informalmente, si creerà ma ogni componente saprà mantenere le sue peculiarità che trovano concretezza anche con una convincente colonna sonora ed un'accurata fotografia che esalta in base alle situazioni i colori simbolo di ogni personaggio: rosso, blu, giallo e verde.
Si potrà dire che molti aspetti potevano essere affrontati meglio e che, forse, ai personaggi secondari, quelli più apprezzati, si poteva lasciare più spazio. Il ritmo, però, c'è stato e pure incalzante considerato il mio record di bingewatching per questo show che, nonostante le perplessità su Iron Fist e Luke Cage, ha saputo coinvolgermi, appassionarmi e stupirmi con maestria, ancora una volta.
Voto stagione: 8
Mannaggia a te ma quanto é bello il tuo blog e quanto son pirla io ad averlo scoperto solo oggi?
RispondiEliminaSono solo al secondo episodio,contavo di finirla presto ma in queste sere ero troppo morto per dedicare la giusta attenzione. Peró mi sta piacendo eccome, spero di trovare pane per i miei denti anche nei prossimi episodi!!!
Ciao Alfonso! Grazie per i complimenti e per la visita al blog :)
Elimina"The Defenders" ci mette un po' ad ingranare ma poi si rivela un prodotto più che valido secondo me.
Buona visione!
Fede.