Titolo: Cantando sotto la pioggia
Titolo originale: Singing in the Rain
Un film di Stanley Donen e Gene Kelly con Gene Kelly, Donald O'Connor, Debbie Reynolds, Jean Hagen, Millard Mitchell
Genere: musicale, commedia
Durata: 103 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 1952
Voto: 4/5
Cinema che parla di cinema, storia che riflette sulla sua stessa genesi. Quanto sono appassionanti i film di questo genere? Poco più di sei mesi fa La La Land stregava milioni di spettatori in tutto il mondo con il suo fascino non solo musicale. Si è parlato tantissimo del grande di bagaglio di citazioni e ispirazioni più o meno volute contenute nell'ultima fatica di Damien Chazelle. La visione di Cantando sotto la pioggia, che da tempo compariva nella mia lista di recuperi, è stata una più che piacevole sorpresa di fine agosto, capace di emozionare e conquistare anche a più di sessant'anni dall'uscita.

Attraverso le avventure di Don Lockwood (Gene Kelly), si rivive un momento cruciale della storia del cinema: la nascita dei film sonori. L'uscita de Il cantante di jazz di Alan Crosland nel 1927 sconvolse profondamente la vecchia Hollywood fatta di enfatizzati melodrammoni in costume rigorosamente muti. L'avvento del sonoro stravolge i piani delle più grandi star del tempo costringendole a prendere lezioni di dizione per adattarsi al cambiamento. Don deve fare quindi i conti con la sua carriera confrontandosi con la collega Lina (Jean Hagen), innamorata di lui ma con un comportamento smorfioso accompagnato da una terribile voce. L'incontro con Kathy (Debbie Reynolds), giovane talentuosa ballerina senza peli sulla lingua, farà riflettere Don sulla sua vita e sulle sue aspettative.
Sopra ho parlato di La La Land, un film che è stato capace di incuriosirmi, spingendomi a riscoprire un cinema generazionalmente lontano da me. In passato solo un altro film era riuscito a lasciarmi questa sensazione anche se non con tale intensità: The Artist. E proprio il pluripremiato film di Michel Hazanavicius ha parecchi punti in comune con la storia di Cantando sotto la pioggia. Insomma, sulla carta, questo musical del 1952 non poteva non piacermi. Nessuna sorpresa quindi: davanti ai numeri di Kelly, della Reynolds e dell'esuberante coprotagonista Donald O'Connor, gli occhi si riempiono di meraviglia mista a nostalgia di un periodo non vissuto che però ha incarnato perfettamente lo spirito del cinema con musiche, colori e grandi sogni. Il film di Stanley Donen, inoltre, è un'opera che con il passare dei decenni si è incredibilmente arricchita, un po' per il riuscito effetto nostalgia, un po' per la capacità di mostrare come, letteralmente, i momenti più difficili possano trasformarsi in straordinarie opportunità.

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