Titolo: Beata ignoranza
Un film di Massimiliano Bruno con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Valeria Biello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli
Genere: commedia
Durata: 102 min
Ambientazione: Italia
Anno: 2017
Voto: 3/5
Il mio rapporto con il cinema italiano negli ultimi anni è radicalmente cambiato: prima ad ogni nuovo titolo nostrano storcevo il naso prevenuta, ora non raramente sono incuriosita. Il merito di questo cambiamento è probabilmente dovuto all'incredibile numero di ottimi film usciti negli ultimi anni. Un grande contributo a questa 'operazione' è stato dato soprattutto da alcuni attori, inutile negarlo. Marco Giallini è uno di questi. Conosciuto con Tutta colpa di Freud, mi ha convinto alla grande con Perfetti sconosciuti e mi ha completamente conquistato con il suo Rocco Schiavone. Il suo ultimo film, con cui consolida la collaborazione con Alessandro Gassmann, sarà stato all'altezza dei precedenti?

Due professori, due materie da sempre agli antipodi: lettere e matematica. Non solo questo, però, divide Ernesto e Filippo: il primo passa le giornate leggendo ed ascoltando vinili, il secondo vive tweet dopo tweet. Nel passato, un amore combattuto. Nel presente una figlia ed un progetto che li costringe a mettersi in gioco in una sfida all'ultima verità.
Il concetto alla base di questo film è tanto semplice quanto ingannevole. Cavalcando l'onda positiva dell'ultimo acclamato lavoro di Paolo Genovese, questa pellicola cerca di ricalcarne il successo trattando il sempre più amato tema del rapporto tra tecnologia e comunicazione, di come smartphone e social rivoluzionino continuamente il nostro modo di pensare e di relazionarci. Questo aspetto, per quanto non troppo originale, poteva regalare sviluppi più che interessante che, però, si concretizza solo in una dinamica prima parte in cui il duo protagonista gioca sulle sue rivalità rivolgendosi amichevolmente anche direttamente al pubblico. Il resto del film, però, non regala grandi sorprese. Certo, si complica la vita inserendo molti, forse troppi, temi: uno su tutti, il rapporto padre-figlio che, però, non è stato trattato in maniera completamente riuscita. Sarà colpa della giovane Teresa Romagnoli che proprio non riesco ad apprezzare? Mistero.
Nel complesso, tuttavia, la visione, per quanto prevedibile e un po' ingenua in certi passaggi, si rivela godibile: insomma, da vedere senza troppe pretese se si è in cerca di un po' di leggerezza.
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