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"Licorice Pizza" di Paul Thomas Anderson

  Titolo: Licorice Pizza Un film di Paul Thomas Anderson con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper, Benny Safdie, Maya Rudolph, Skyler Gisondo, John C. Reilly Genere: commedia, drammatico, sentimentale Durata:  133 min Anno:  2021 Voto: 5/5 ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ San Fernando Valley, 1973. Disarmata da dimostrazioni di inaspettata sicurezza e maturità da parte di un adolescente, l'annoiata assistente fotografa venticinquenne Alana Kane ( Alana Haim ) accetta - non senza riluttanza - di uscire a bere qualcosa con il divertito e divertente attore quindicenne Gary Valentine ( Cooper Hoffman ), suo insistente corteggiatore. Tra improbabili slanci imprenditoriali e bisticci per imprevisti e incomprensioni reciproche, l'insolita coppia si avventura per le strade pulsanti dell'immaginario californiano degli anni Settanta sempre in corsa contro il tempo, cercando di trovare il proprio percorso e scopo in un mondo sopra le righe. Ma sullo sfondo di eccentrici episodi d

"Barriere" di Denzel Washington


Titolo: Barrier

Titolo originale: Fences

Un film di Denzel Washington con Denzel Washington, Viola Davis, Mykelti Williamson, Jovan Adepo

Genere: drammatico

Durata: 138 min

Ambientazione: Stati Uniti

Anno: 2016

Voto: 3/5


"C'è chi costruisce recinti per tener lontana la gente, chi per rinchiuderla."



Si è parlato molto dei film candidati quest'anno agli Oscar: danno voce alle minoranze, riportano in vita generi classici e esplorano nuove forme di comunicazione. Esiste, tuttavia, un importante comune denominatore, un fattore che unisce e caratterizza fortemente tutte le pellicole in gara. Tutte - tranne pochi casi - raccontano storie fortemente legate alle stelle e strisce americane, alle loro contraddizioni e ai loro valori. Certo, il loro messaggio riesce comunque a raggiungere le sale oltreoceano ma, a mio modestissimo parere, non sempre è immediato. Difficile comprendere il contesto, di meno intuire l'inquietudine di fondo che lega tra loro tutti questi titoli.

Barriere ha avuto uno strano effetto sulla sottoscritta. Il terzo film diretto da Denzel Washington si muove tra le mura di una casa di mattoni rossicci di un quartiere di Pittsburgh immerso nell'atmosfera degli anni Cinquanta. Una regia solida, che non si prende rischi, porta sul grande schermo l'opera teatrale Fences di August Wilson, premio Pulitzer per la drammaturgia: è la storia di Troy Maxson (Denzel Washington), convinto lavoratore, marito e padre di due figli, uomo alle prese con ingiustizie, pregiudizi sociali e incongruenze di una comunità che influenzano anche la sua sfera di affetti e rapporti.


Quest'opera solo sette anni fa ha conquistato ben tre prestigiosissimi Tony Awards: anche nel 2010 Denzel Washington e Viola Davis interpretavano i due protagonisti. E' evidente come tutti gli attori, non solo i due appena citati, si trovino perfettamente a loro agio in una storia in cui ogni parola, ogni dialogo si incastra al giusto posto, trovando il logico nesso tra fatti e voci. Si nota subito la rigorosa e fedele impostazione teatrale: il giardino di casa diventa un ideale palcoscenico su cui si muovono rancori, rimorsi, speranze taciute di una famiglia costretta a fare i conti con se stessa, un nucleo divenuto ormai insofferente nei confronti dei paletti fisici e non solo che limitano i loro sogni, le loro aspirazioni.

Forse tutta questa fedeltà all'originale ha un po' tarpato le ali ad una storia che poteva prendere definitivamente il volo, proprio come fa il protagonista con il figlio ed il suo sogno di diventare un giocatore di baseball professionista. Denzel Washington dona vita ad un personaggio segnato dal suo passato, una figura in collera con il mondo e con se stesso. A tratti l'attore forse carica troppo il personaggio appesantendo un po' la visione. Al suo fianco, però, c'è una strepitosa Viola Davis che finalmente sembra aver trovato il giusto ruolo con cui dimostrare la sua esplosiva bravura finora trattenuta, un po' come accade con il suo personaggio che, prima silenziosamente e poi prepotentemente, ha sempre l'assoluto controllo sulla scena.

Forse mi sarà necessaria un'ulteriore visione per comprendere appieno un film complesso, impossibile da affrontare a cuor leggero e lontano, moltissimo, per ambientazione e riferimenti pur essendo capace di suscitare riflessioni e domande vicine all'attualità. Paradossale, insomma.


Migliore attrice non protagonista a Viola Davis

Trailer:


Commenti

  1. Riconosco che è un film pieno di difetti - non nella scrittura ma nella costruzione, nel passaggio dal teatro al cinema doveva perdere qualcosa e trovarne altre, e non ci prova neppure - però da amante del teatro, di queste grandi gare di bravura, mi è piaciuto moltissimo. Tifo Affleck, ma Washington ha monologhi da paura. La Davis non ha rivali: in un certo dialogo, quando urla contro al marito, probabilmente piangevo con lei. :)

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    1. Sí, la sua impostazione troppo teatrale mi ha un po' spaesato influenzando molto le mie considerazioni finali.. Dopo aver visto Manchester by the sea posso dire che come attore protagonista per me c'é solo Casey Affleck anche perché il buon Denzel - bravissimo, per carità! - non mi ha completamente convinto. Viola invece... É lei, insomma :D

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  2. non vedo l'ora di vedere questo film io invece...

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    1. Qui la Davis da sola vale l'intero biglietto al cinema! Se poi la struttura 'teatrale' non ti influenza troppo, il film potrebbe piacerti molto! Bisogna vedere, infine, come sarà con il doppiaggio che é sempre un'incognita..

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  3. Le premesse sono interessanti, anche se tra i nominati non mi sembra tra i più promettenti.
    Aspetterò di vederlo sperando di non metterci troppo.

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    1. Non é sicuramente tra i miei preferiti anche se é senza dubbio un film con interpreti strepitosi. Potrebbe comunque rivelare sorprese :)

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