Titolo: Sully
Un film di Clint Eastwood con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn
Genere: biografico, drammatico
Durata: 96 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 2016
Voto: 4/5
Terra a stelle e strisce, patria di grandi eroi. Questo è quello che vuole insegnare - in maniera non proprio neutrale - il cinema statunitense che da decenni porta sul grande schermo storie con protagonisti virtuosi posti come modelli per tutti. Con questo obiettivo, spesso, le sale del cinema si sono riempite di pellicole fastidiose, costruite a tavolino e, soprattutto, straordinariamente fastidiose. Per questo ogni volta che compare la dicitura "bio-pic" o "film biografico" è bene essere sospettosi. Sully, con la sua confezione, sembrava essere proprio il classico titolo del genere appena descritto.
Il film del 2014 di
Clint Eastwood non mi aveva per niente convinto.
American Sniper risultava fastidioso presentando in maniera discutibile un eroe nazionale, un "glorioso" cecchino del conflitto in Iraq rimasto vittima delle conseguenze di quella stessa guerra. Con la pellicola successiva il regista di San Francisco sembra riprendere la stessa struttura: un evento tragico, un uomo solo al centro dell'attenzione, una grande impresa. Tuttavia,
Sully riesce proprio dove il suo predecessore aveva fallito e, probabilmente, il merito di questo successo è tutto da attribuire a Tom Hanks.
Era il 15 gennaio del 2009 ed il cielo di New York venne - nuovamente - scosso dal rombo di un aereo di linea a bassa quota. Non si trattava di un attentato terroristico ma di un semplice quanto letale bird strike capace di mettere in serio pericolo i 150 passeggeri del volo US Airways 1549. Solo la prontezza e l'esperienza del capitano Chesley "Sully" Sullenberger (Tom Hanks) sono riuscite a portare a termine la difficile operazione di ammaraggio sulle acque del fiume Hudson. L'opinione pubblica è concorde: solo un eroe poteva compiere una tale impresa. A terra non tutti, però, sembrano condividere questa visione dell'accaduto.
Con lo stile che contraddistingue le sue opere, il buon Clint riesce a ricreare un'atmosfera di tensione e di sospetto che coinvolge dal primo all'ultimo minuto di visione. Questo aspetto non era scontato considerati i rischi del genere biografico e la silenziosa consapevolezza del lieto fine. Si ascoltano, così, con attenzione tutte le accuse rivolte a Sully, si osservano tutte le possibili simulazioni al computer e non che sembrano dimostrare che un atterraggio d'emergenza a Teterboro o a La Guardia sarebbe stato possibile. Non conta il fatto che il capitano, taciturno ma determinato, sia riuscito a realizzare un perfetto ammaraggio mai compiuto in precedenza. Ironico pensare che a poco meno di otto anni di distanza, le manovre di Sully, essenziali e necessarie, vengono studiate in ogni dettaglio dai piloti.
Il processo, tuttavia, ha avuto luogo e Eastwood lo ricostruisce intervallandone le varie parti con precisi flashback che nella parte finale, forse, si accumulano troppo. Tom Hanks nei panni di Sully rivive quegli attimi che potevano trasformarsi in una tragedia che faceva ripensare al terribile attentato dell'11 settembre 2001. L'equilibrio nella recitazione dell'attore statunitense è la giusta chiave di lettura: in una nazione euforica davanti ad un lieto fine, in una metropoli che tira un sospiro di sollievo dopo tanta paura, c'è un uomo che ha semplicemente compiuto il suo dovere nei migliore dei modi. Non vuole che venga riconosciuto il suo valore, non vuole premi né onorificenze: vuole solo salvare i suoi passeggeri, vuole tornare a casa a salutare la sua famiglia per poi riprendere a volare con modestia.
Non amo particolarmente Tom Hanks, ma questo film mi incuriosisce 😊
RispondiEliminaCredimi: non sono per niente fan del buon Tom! Qui, però, è veramente bravissimo :D
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