Titolo: Non buttiamoci giù
Titolo originale: A Long Way Down
Autore: Nick Hornby
Anno: 2005
Voto: 4/5
“Passiamo tutti tanto tempo senza dire cosa vogliamo perché sappiamo di non poterlo avere. E perché sembrano robe rozze, o ingrate, o sleali o infantili, o stupide. O anche perché siamo talmente disperati da fingere che le cose siano come devono essere, e sembra una mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Su, forza, sputa cosa vuoi. Magari non ad alta voce, se c’è il rischio di finire in un casino.”
Arriva un momento dell'anno in cui si sente la necessità di tuffarsi tra le pagine di un buon libro. No, non una semplice nuova uscita e nemmeno un romanzo che da troppo tempo sonnecchia sul comodino in attesa di un briciolo di attenzione. Si tratta dell'ora in cui l'ignaro lettore viene richiamato dalle parole di uno dei suoi autori preferiti. Non importa il numero di libri in attesa: tutto improvvisamente passa in secondo piano. I lavori di Nick Hornby - autore che 'conosco' solo da un paio d'anni - hanno questo effetto sulla sottoscritta: magnetici, imperdibili e affascinanti.
Quello di Una vita da lettore è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Da quel momento recuperare tutti i titoli di uno dei più apprezzati attori britannici del nuovo millennio diventò un bisogno. Per questo gusto a piccole dosi i libri di Hornby. Non buttiamoci giù era, sin dal principio, il romanzo che meno mi incuriosiva. Il mio dubbio, la mia sensazione era fortemente influenzato dalla visione dell'omonimo film del 2014 che, purtroppo, non mi aveva per niente convinto. La scelta di questo romanzo non è stata, quindi, casuale e, sotto sotto, sapevo che Nick, ancora una volta, non mi avrebbe deluso.

L'autore porta subito la mente e lo sguardo del lettore sul tetto di un anonimo palazzone londinese che, tuttavia, per motivi comprensibili si è guadagnato il titolo di 'Casa dei Suicidi'. Martin, Maureen, Jess e JJ: quattro persone che, in altre circostanze, non si sarebbero degnate nemmeno di uno sguardo ma che nella notte di San Silvestro si trovano fianco a fianco pochi istanti prima di compiere l'ultimo passo in un vuoto di cinque piani. Con questa brevissima descrizione, tutto risulta una situazione senza uscita, la fine di una storia non l'inizio di un incredibile racconto. Sì, anche questa volta Hornby riesce a stravolgere i piani, a ribaltare sequenze, a cambiare prospettiva sulla vita a suo piacimento.
Dialoghi martellanti che lasciano senza respiro, importanti riflessioni sussurrate tra le righe che nascono e si sviluppano nel pensiero del lettore, incollato al libro dal primo all'ultimo capitolo. La storia riesce a sbrogliare le matasse delle vite dei quattro protagonisti mostrandone problemi, difficoltà, incertezze e, soprattutto, incomprensione, per poi intrecciarne i fili costruendo un insieme brillante, radioso e intenso nella sua trasparente semplicità. Certo, in alcuni passaggi, il comportamento eccessivo dell'esuberante Jess, figlia di un ministro e alle prese con un lutto che impedisce un dialogo in famiglia, potrebbe infastidire. Altri aspetti, però, riescono a rendere la lettura estremamente piacevole e scorrevole: la timida dolcezza di Maureen, madre che ha dedicato la propria vita ad un figlio disabile; la corazza arrogante di Martin, anchorman di successo caduto in disgrazia dopo una relazione con una minorenne; l'eterna incertezza di JJ, musicista reduce dalla rottura della sua band. Hornby gioca con quattro personalità completamente differenti, si mette in gioco e costruisce un insieme che si fa - e dà - forza confrontandosi.

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