Titolo: La via del male
Titolo originale: Career of Evil
Autore: Robert Galbraith
Anno: 2016
Valutazione: 4,5/5
Recensione pubblicata anche su
Thriller Nord
Cormoran Strike e Robin Ellacott
non sono più una semplice coppia investigativa di Londra. I due protagonisti
della serie firmata da Robert Galbraith sono diventati delle figure di
riferimento dopo aver risolto due casi con importanti risvolti mediatici come
quelli di Lula Laundry e di Owen Quine. Entrambi, infatti, sembrano
attraversare un periodo insolitamente positivo: il tenebroso detective sembra
aver trovato finalmente la pace che da tempo cercava e la brillante assistente
è a pochi mesi dal matrimonio con Matthew, il suo fidanzato storico. Lontani
ricordi e paure nascoste, che si credevano ormai sepolti dalla polvere del
passato, tuttavia, tornano bruscamente a galla rimescolando le carte di uno
spietato e crudo gioco che non sembra avere fine.
Chi credeva che la miniera di
idee targata J.K. Rowling si fosse esaurita dovrà ricredersi leggendo “La via
del male”. L’autrice britannica torna nel suo ‘parco giochi’ di nome Galbraith
lasciando fluire liberamente una storia avvincente, dal ritmo martellante e
capace di creare dipendenza sin dai primi capitoli, pagine in cui il lettore
viene catapultato con violenza all’interno di un labirinto apparentemente senza
uscita. L’evento scatenante è la consegna di un misterioso pacco destinato a
Robin. Il contenuto? Una gamba mozzata allegata ad un messaggio con chiari
riferimenti alla gioventù di Cormoran. I sospetti sono numerosi e legati a
Strike in maniera differente. Tutti, però, sono accumunati da trascorsi di
violenze nei confronti di giovani donne. Nei mesi successivi allo sconvolgente
avvenimento, nella cupa Londra, si susseguono sinistri crimini che possono
essere ricondotti ad un unico astuto serial killer che si prende apertamente
gioco del detective di Denmark Street. Tutti gli occhi - dalla polizia ai
terrorizzati londinesi - sono puntati sui due protagonisti.

Sin dall’incipit è chiaro che il
terzo capitolo di questa fortunata serie thriller è nettamente diverso dai
precedenti. I primi due libri, infatti, si concentravano su due mondi specifici
come quello della moda e dell’editoria contemporanea. “La via del male”,
invece, è furbescamente sfuggente ed ingannevole, si diverte a confondere il
lettore che mai in precedenza ha raggiunto tali livelli di coinvolgimento nelle
indagini narrate. Questa avventura, per i due protagonisti, rappresenta una
sfida con loro stessi, alla scoperta dei propri limiti e di ferite nascoste nei
lati più bui della propria mente. Onore e merito all’autrice – ancora una volta
– per un mirabile approfondimento psicologico dei personaggi. La personalità di
Robin in particolare assume un ruolo cruciale nello svolgimento della storia.
Ulteriore punto a favore della lettura è la serietà con cui vengono affrontate
difficili tematiche di attualità come la violenza sulle donne. Pensieri e
riflessioni sono sempre elaborati in maniera tutt’altro che superficiale, senza
mai scadere in facili moralismi. Il romanzo potrebbe lasciare un po’ di amaro
in bocca con la scena finale: questa, tuttavia, non basta per compromettere
un’ottima lettura consigliata ad appassionati del genere e non.

Concordo, il migliore dei tre, finora. Forse non scegliere un ambito specifico ha fatto bene alla Rowling. Si attende il prossimo :)
RispondiEliminaTemo che l'attesa sarà lunga :(
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