Titolo: The Great Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Anno pubblicazione: 1925
Voto: 5/5
Libri che fanno la storia, romanzi che sono storia. Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald è proprio uno di questi titoli. Questo capolavoro della Lost Generation è una svolta fondamentale per la letteratura del Novecento e - su dimensioni più modeste - per la mia passione di lettrice. Per questo motivo è molto difficile trovare le parole adatte per parlare di questa lettura. Il più grande pericolo di questa condizione è quello di limitarsi, ridimensionando l'esperienza vissuta: quasi mai si riesce ad esprimere completamente e coerentemente quanto si è provato sfogliando ogni pagina, incantandosi ad ogni frase, vivendo al fianco dei protagonisti per alcuni capitoli.
Ancora una volta ho viaggiato nel tempo fino al lontano 1922 in quel di West Egg, a New York. Si è trattato della mia prima rilettura in inglese. Inutile dire che, grazie a questa scelta, la storia si è rivelata sotto una luce completamente diversa. Ho apprezzato i giochi di parole, le accurate descrizioni e, soprattutto, le espressioni e i termini tipicamente usati negli anni Venti. The Great Gatsby è figlio di quella decade, è strettamente legato a quel tempo e a quel luogo in cui è ambientato. E' e contemporaneamente non è. Questo romanzo non invecchia mai e, nonostante sia stato pubblicato quasi un secolo fa, è molto più attuale di alcuni titoli più recenti.

Gli ambienti e gli eventi, mondani o non, sono i motori della narrazione e rappresentano perfettamente le persone che li frequentano. West Egg, East Egg, la Valley of Ashes: ognuno di questi luoghi è protagonista della storia, non una semplice ambientazione. Essi rappresentano ogni paradosso, ogni contraddizione, vicinanza e lontananza, compagnia e solitudine. La figura di Gatsby racchiude in sé tutto questo, non è univocamente classificabile, sfugge da ogni tipo di etichetta in un mondo che funziona grazie a profonde divisioni sociali e non. Per tutto questo risulta affascinante e magnetico. Alcuni potrebbero definirlo come un semplice illuso ma non è così. E' molto più di un sognatore, un uomo che va oltre i cambiamenti e lo straziante scorrere del tempo, incapace tuttavia di comprendere ciò che realmente accade intorno a lui.
Gatsby simboleggia evidentemente il tramonto dell'American Dream, del grande sogno a stelle e strisce che è stato sia beneficio che condanna della grande crescita, prima, e del crollo economico e morale, poi, di un intero paese. Con una prospettiva non troppo diversa si potrebbe, tuttavia, notare una certa somiglianza con l'uomo del terzo millennio, cresciuto nel mondo dei social network, della comunicazione istantanea, ma che, nonostante questo, è ormai incapace di relazionarsi, di comunicare, ed è solo in balia del presente. Il protagonista è intrappolato in questo meccanismo distruttivo e riesce a sopravvivere solo grazie al suo sogno, il suo scopo, la sua luce verde: Daisy.
Con l'amara consapevolezza, ancora una volta, di non essere riuscita a dire sensatamente tutto ciò che avrei voluto, non mi resta che consigliarvi vivamente questa lettura che, nel 90% dei casi, avrete già letto ed amato.
Buona lettura :D
Ho amato questo libro, concordo con ogni tua parola =)
RispondiEliminaBellissima recensione Fede!!! Anche io ho letto questo libro, in italiano però, e concordo con il tuo pensiero!
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