Titolo: 12 anni schiavo
Titolo originale: Twelve Years a Slave
Autore: Solomon Northup
Anno: 1853
Voto: 3,5/5
Ho nutrito grandi dubbi fino a poco prima dell'inizio di questa lettura. La storia raccontata in questo libro è universalmente nota grazie all'omonimo film del 2013 diretto da Steve McQueen, una pellicola che complessivamente non mi aveva convinto nonostante i suoi tre premi Oscar. La potenza di questo racconto, di questa terribile vicenda realmente accaduta, tuttavia, non mi aveva lasciato indifferente e mi ha portato, con qualche anno di ritardo, a considerare questa lettura. Ho voluto dare un'ultima occasione a 12 anni schiavo perché mai giudicare un libro dal 'suo' film.

Il romanzo autobiografico di Solomon Northup non si può definire un capolavoro: ha uno stile semplice, un ritmo un po' discontinuo e non contiene grandi considerazioni su massimi temi. Questo libro, tuttavia, è un'ottima testimonianza priva di ogni tipo di artificio narrativo, un perfetto ritratto realistico degli Stati Uniti della metà del diciannovesimo secolo, a poco meno di un ventennio dalla guerra di secessione. Capitolo dopo capitolo, la narrazione in prima persona tratteggia i vasti paesaggi a stelle e strisce bagnati dal sudore e dal sangue di migliaia di schiavi, uomini portati in America da trafficanti di vite oppure - non solo in rari casi - cittadini liberi ingannati e rapiti da truffatori. A questa ultima categoria appartiene proprio il protagonista, un uomo libero di Saratoga la cui vita è costituita dalla sua famiglia e dal suo violino.
Lo sguardo genuino e la memoria di Solomon ripercorrono i suoi dodici lunghi anni di prigionia in cui ha sofferto, ha patito ogni tipo di privazione ma non ha mai perso la speranza di tornare a casa per abbracciare la propria moglie e gli amati figli. Procedendo per episodi, per ricordi definiti, si ricostruisce il percorso del protagonista, trattato come una oggetto sul mercato, svenduto al migliore offerente. Si conoscono, così, alcuni figure importanti e ben diverse tra loro come il benevolo Padron Ford, lo spietato Tibeat ed il crudele ed eccentrico Epps. Proprio quest'ultimo è uno dei personaggi più 'd'impatto': un uomo fuori da ogni controllo che opera senza seguire leggi e che punisce i propri schiavi solo per divertimento. E' sicuramente memorabile una delle scene finali in cui Epps punisce senza pietà la povera Patsey, compagnia di sventura di Solomon.
12 anni schiavo è un'interessante lettura che suggerisce alcune importanti riflessioni - sempre molto attuali - sul valore della vita e della libertà, elementi spesso dati erroneamente per scontati che dovrebbero essere alla base della società moderna.
Libro sicuramente importante, almeno per i temi che affronta, quindi.. Ci credi che non sono ancora riuscita neppure a vedere il film? :P
RispondiEliminaCi credo, ci credo: dopotutto, non è così imperdibile ;)
EliminaNon ho mai letto il libro, anche se è sempre in WL, ma il film l'ho apprezzato davvero moltissimo e mi ha commossa =)
RispondiEliminaAllora apprezzerai ancor di più il libro :D
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