Titolo: Unbroken
Un film di Angelina Jolie con Jack O'Connell, Domhnall Gleeson, Miyavi
Genere: drammatico, biografico, guerra
Durata: 137 min
Ambientazione: Stati Uniti, Giappone
Anno: 2014
Valutazione: 3/5
"Mio fratello pensava che io potessi fare qualsiasi cosa, che fossi migliore di quello che sono…"
Con questo film ho avuto la dimostrazione definitiva, ed inconfutabile, della mia teoria. Per attirare al cinema spettatori casuali o saltuari serva una semplice e brevissima frase: "Tratto da una storia vera". Non esistono parole più potenti di queste. Sembra che il pubblico senta un'irresistibile necessità di conoscere la vita degli altri, di essere parte, almeno per un paio d'ore, della vita di questi "altri" più o meno famosi, improvvisandosi fratelli, amici, genitori, figli. Aggiungerei anche: ficcanasando un po' negli affari degli altri. Tralascio quest'ultima interpretazione piuttosto personale ed inizio a parlarvi del vero protagonista di questo post.

Questo è stato il turno di Louis Zamperini. Chi? Zamperini! Okay, lo ammetto: prima di questo film non ne avevo mai sentito parlare. Mi hanno detto che si trattava di un famoso personaggio di origini italiane. Un mafioso? Probabile, considerando che gli americani difficilmente si allontanano dal solito triste stereotipo. Sì, sarà senza dubbio un esponente di qualche clan particolarmente movie-friendly. E invece no! Mi hanno che Louis Zamperini è stato un atleta statunitense che ha partecipato alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Cavolo, allora sarà stato un plurimedagliato, un recordman, uno Usain Bolt della situation! No, ragazzi, non ci siamo proprio. Certo, Zamperini è stato un giovane dal talento straordinario riconosciuto sin dai tempi del college. Ma tutto questo è ordinario nella sua straordinarietà. Cosa rende così speciale quest'uomo?

Se non avessi avuto molta, molta, molta forza di volontà, probabilmente non sarei qui a parlarvi di questo film e non avrei mai trovato una risposta. Perchè? Vogliamo fare una gara fra tutti i buoni motivi per cui non volevo vedere
Unbroken? E va bene, diamo il via a questa corsa al peggio del peggio. Attenzione, mancano pochi metri al traguardo. Straordinario,
Angelina Jolie con un incredibile scatto si porta in testa - ed alla regia del film - con la sua espressione costantemente irritante e quell'aria palesemente da raccomandata. No, non accusatemi di gelosia. Vi giuro che non riesco a capire come la mogliettina del signor Pitt possa avere avuto tutto questo successo. Come direbbe Tiziano Ferro: Non me lo so spiegare. E poi, parliamo chiaramente:
veramente è necessario fare un bio-pic su qualsiasi cosa? Manca la fantasia? Per carità, il soggetto è interessante ma, forse, non così tanto.

Cosa mi ha convinto? Quella sceneggiatura scritta dai fratelli Coen, quella fotografia firmata dal fidato Roger Deakins della premiata ditta Coen, quel sottile, sottilissimo - quasi invisibile - legame tra sport e guerra. Insomma, gli spunti non mancavano. Il vero motivo per cui ho visto questa pellicola è semplicissimo: gli Oscar. 3 nominations, ladies and gentlemen. Meritate o no? Non voglio discutere su questo poichè tutte e tre sono per categorie tecniche per cui sono una vera e propria capra. Comprendo, tuttavia, la decisione dell'Academy di non candidare Unbroken ai premi più importanti. Il protagonista Jack O'Connell è discreto ma non riesce a catalizzare l'attenzione.Il bel faccino può reggere per qualche decina di minuti ma non di più. La scena, infatti, viene spesso rubata da personaggi secondari tra i quali spicca Phil, interpretato da un Domhnall Gleeson che presto diventerà una presenza familiare al cinema, il controverso Watanabe (Miyavi), responsabile del campo di lavo..
Aspettate, ma non ho ancora detto perchè Louis è così importante!
Non ve l'ho ancora svelato. Tutte queste belle frasi lunghe, articolate, grammarly scorrect ricordano un po' le lunghe sequenze 'riempitive' di Unbroken, scene ingombranti e criptiche che non sembrano aggiungere niente al messaggio e che sono fini a loro stesse. La prima parte del film zoppica tra flashback e bombardamenti martellanti, la seconda parte sembra una particolare reinterpretazione di Cast Away/Lo Squalo - e no, questo film non è uno dei tanti bio-pic quasi-diretti da Steven Spielberg -, la terza ed ultima parte è il succo della storia: Zamperini, dopo varie avversità, finisce in un campo di lavoro giapponese dove dovrà affrontare fatiche ed umiliazioni. Ed in questo punto che emergono dagli abissi grossi problemi precedentemente tenuti nascosti faticosamente. Alcuni aspetti potevano essere approfonditi più di altri (vedi le famose scene riempitive). Il risultato? Molti spunti interessanti sono sprofondati inesorabilmente nel mare della banalità.
Non voglio dare un'insufficienza a questo film. Non ce la faccio. Promuovo tutta la combriccola con una stiracchiatissima sufficienza. Si potrebbe accusare la Jolie di aver trovato la 'pappa pronta'. Ma quest'ultima non basta. Sono riuscita ad arrivare alla fine di questo film, impresa che non credevo possibile, un ottimo traguardo. Altro che le gare di Zamperini!
Unbroken non è un film che fa acqua da tutte le parti ma palesemente è una visione estremamente diluita, a volte un po' logorroica. Vi sconsiglio, quindi, la visione se siete in cerca di una biografia alternativa, insolita.
A me piace molto vedere film tratti da storie vere, quindi si, la frase vende ma credo sia normale, e non perchè io voglia ficcanasare nelle vite altrui ma ci sono storie che vale la pena conoscere e che possono insegnare molto ai giovani...sinceramente lo vedo come una cosa positiva!!Che poi non tutti i film siano belli è ovvio...ma è generale!
RispondiEliminaIl film lo guarderò sicuramente... ^^
Se ti piace il genere, te lo consiglio! :)
EliminaOvviamente la mia è stata un'interpretazione un po' "crudele" della situazione ahah :D