Titolo: Prisoners
Un film di Denis Villeneuve con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Paul Dano, Viola Davis
Genere: thriller, drammatico
Durata: 153 min
Ambientazione: Stati Uniti
Anno: 2013
Valutazione: 4,5/5
Attenzione, notizia sconvolgente: questo è un film del 2013! Che novitá, vero? Probabilmente ero l'unica sulla faccia della terra a non averlo ancora visto. Che scusa posso inventarmi? Uhm.. Probabilmente per tutto questo tempo sono stata prigioniera della convinzione che un film, un thriller soprattutto, che vede tra i suoi protagonisti Hugh Jackman, non fosse degno di nota. Non so se avete capito ma se volete vi faccio lo spelling: H-U-G-H J-A-C-K-M-A-N, l'uomo tutto fumo niente arrosto di Australia, il tagliente (non quanto le sue interpretazioni) Wolverine degli XMen. Sì, proprio lui. Se ancora non vi é chiaro il concetto, vi rimando ai suoi video su Instagram, dove mostra quanto sia più portato per la palestra che per il set.
Il cinema, tuttavia, non finisce mai di stupire. Ecco perchè mi piace così tanto. Il buon caro Hugh mi ha fatto un regalo per Natale. O meglio, mi sono fatta un regale di Natale guardando Prisoners in questo periodo. Con un ritardo che nemmeno TrenItalia riuscirebbe ad eguagliare, ho potuto gustare ed ora anche osannare un ottimo thriller, il migliore degli ultimi anni.
In un cupo ed ansioso angolo di territorio americano - potrebbe benissimo essere uno di quei tristissimi quanto anonimi luoghi comuni - ha inizio questa storia. Proprio qui, in un freddo pomeriggio, scompaiono misteriosamente due bambine. L'ambientazione non suggerisce niente di particolare, piuttosto sembra ripetere qualcosa di giá visto e sentito. Tuttavia, citando l'unico film in cui Jackman mi è piaciuto, il prestigio, la meraviglia, consiste nel rendere straordinario qualcosa di ordinario. Villeneuve ci riesce, e si vede!

Il film non segue passivamente una scontata linea d'investigazione che porta all'ovvio lieto fine. Esso si concentra sui nuclei familiari colpiti dall'avvenimento. Le due famiglie sono distrutte, disperate e i diversi componenti reagiscono in diverso modo. Agghiacciante la trasformazione di Keller (Jackman) da amabile padre a spietato vendicatore che cerca di riunirsi alla figlia scatenando tutte le sue ire sull'unico sospettato. È molto interessante, infatti, come i diversi atteggiamenti rappresentino anche diversi modi di intendere la legge e di confrontarsi con il pericolo o presunto tale. Vi è la reazione vendicativa del protagonista, quella della moglie di Keller che si finge ingenua con la sua disperazione ed infine vi è quella più letale e pericolosa, quella ipocrita della seconda famiglia che nascondono con una maschera d'indifferenza una piena approvazione.
In tutto questo rompicapo di caratteri ed inclinazioni vi è la necessità di un mediatore che quasi magicamente mantenga l'equilibrio. Questa mistica figura fredda ed incorruttibile si concretizza nella persona del detective Loki (Gyllenhaal) che si occupa dell'arduo caso. Riuscirà a trovare l'uscita di questo macabro labirinto? Accompagnato da un'avvolgente quanto appropriata colonna sonora, lo spettatore si troverá al fianco dei protagonista e vivrá sulla sua pelle ogni emozione e colpo di scena.
Visione consigliatissima ;)
Anche a me è piaciuto ma mi aspettavo qualcosa di più!!!
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