Titolo: Un italiano in America
Autore: Beppe Severgnini
Data pubblicazione: 1995
Valutazione: 4/5
“La scoperta dell’America – che resta una faccenda complicata, come fu quella originale – non dipende dalle miglia percorse in automobile, o dal numero degli Stati visitati. L’America si scopre attraverso i dettagli.”
<<Hai scoperto l'America!>> voi direte ora. Eh sì, solo ora scopro questo titolo. L'importante, però, è non lasciarselo sfuggire. Dopotutto gli Stati Uniti rimarranno sempre interessanti, avvolti in quell'alone di mistero e di stupore. Per ironia della sorte, in un post di pochi giorni fa vi parlavo di Marina Bellezza, romanzo in cui il tanto popolare sogno americano veniva fatto a pezzi, distrutto completamente. Tuttavia, come spesso accade, esistono diverse prospettive da cui osservare l'argomento. Severgnini ha scelto di analizzare ogni piccolo dettaglio, ogni particolare che un americano potrebbe ignorare ma che lo sguardo di uno straniero osserva attentamente. Negli anni Novanta, un italiano in terra americana provava la stessa sorpresa di uno sbarco su un pianeta sconosciuto lontano anni luce. Lo shopping online era pura fantascienza!
Certo, oggi alcune reazioni del buon Beppe a tali miracoli dell'informatica suscitano qualche risata. Come è cambiato il mondo in vent'anni! Resta comunque interessante capire gli strani meccanismi che si azionano nel cervello di un turista alla vista di quelle che spesso vengono definite 'americanate'. Un termine che viene a volte usato negativamente da noi fieri italiani. Dall'alto del nostro stivale, però, non possiamo negare che ogni volta che parliamo di America, sin dai tempi di Colombo, delle stelline ad intermittenza compaiono nei nostri occhi. Merito dei numerosi stereotipi ormai diffusissimi? Cos'ha di così speciale questo continente che si è conquistato il soprannome di Terra Promessa?
Dopo aver letto Un italiano in America credo di avere una possibile risposta a queste domande. La particolarità di questo paese risiede paradossalmente nella sua normalità. Okay, ora cercherò di essere più chiara. Severgnini con simpatia ed in maniera a dir poco spassosa fa notare come il fascino del popolo a stelle e striscie stia nelle piccole cose, oggetti, modi di fare, abitudini che rientrano nella routine quotidiana, nella normalità. Non c'è da meravigliarsi: dopotutto, si sta parlando del paese dei gadget, delle piccole invenzioni che hanno reso più semplice la vita. Forno a microonde, scotch, televisione, lampadina e pc vi dicono qualcosa? Telefono? Forse su quest'ultimo il popolo tricolore avrebbe qualcosa da ridire.
Proprio ciò che per gli americani è normale in realtà stupisce. Volete un esempio? Dopo due settimane di gelo in pieno luglio, posso confermare le parole di Severgnini riguardanti la tendenza maniacale abbastanza angosciante di vivere con il condizionatore costantemente acceso. Metropolitana, supermercati, uffici: ogni scusa ed ogni luogo è buono per ricreare un clima ideale per la sopravvivenza di un eschimese. Ma non preoccupatevi: gli Stati Uniti non sono solo questo. Sono un insieme di dettagli amati, odiati e sicuramente spesso ignorati dai più. Un popolo pratico, uno spirito orgoglioso delle proprie feste e (recenti) tradizione. Il continente dove tutto è possibile.
Una lettura ed un viaggio tra queste pagine è obbligatorio per tutti voi ;)
-[ Fede
Personalmente sono una grande fan di Severgnini.Uomo assai arguto ed intelligente..se vuoi divertirti davvero recupera "Manuale dell'imperfetto sportivo", un vero spasso. Comunque tutti i suoi libri sono meritevoli di lettura..
RispondiEliminaVerissimo, adoro il suo stile! Grazie per il consiglio :)
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