Titolo: Sogni di sangue
Autore: Lorenza Ghinelli
Data pubblicazione: 2013
Valutazione: 2/5
Trama (da Goodreads)
Enoch ha tredici anni ed è costretto a portare dei tutori di metallo che lo rendono facile bersaglio delle prepotenze dei suoi coetanei. Eppure, quando si addormenta, diventa più letale di una legione di demoni. Cosa accade mentre dorme? C'è forse un legame tra i sogni di Enoch, la sparizione del suo peggiore aguzzino e il ritrovamento di uno strano ciondolo risalente all'antico Egitto? Chissà se Dorotea, la madre di Enoch, donna algida e imperturbabile, con una passione viscerale e morbosa per le scienze occulte, conosce il suo segreto. Persino la loro casa nasconde un mistero, mentre tanti altri brulicano e strisciano lungo le fogne della città...
Recensione
Ok, lo ammetto. Ho acquistato questo libro solamente per quell'invitante numero in pole position sulla copertina: 0,99! Questa serie 'supereconomica' della Newton Compton mi ha sin dall'inizio stregato con i suoi interessanti titoli, tra i quali molti classici che altrimenti non avrei mai apprezzato.
E così, tra imponenti e leggendari titoli, ho trovato Sogni di sangue di un'autrice, Lorenza Ghinelli, di cui avevo sentito parlare molto spesso in maniera ottima. Prima di questo libro non avevo mai avuto modo di apprezzare altri lavori di questa finalista al premio Strega. Ho, quindi, pensato: "Perchè no? Perchè non scoprire qualche nuova autrice avvicinandosi anche ad un genere per me insolito, il noir?"
Beh, non so se la mia decisione si possa giudicare, ora, completamente buona. Infatti, completata la lettura, non ho percepito nessuna particolare emozione, nessuno strano stato d'animo. Forse è stato indifferenza. Probabile che sia stato così. La verità è che non ho apprezzato o che non sono stata capace di apprezzare questa storia che ho trovato impossibile e, a tratti, banale.
Questo lungo racconto mi è sembrato quasi diluito, allungato con tanti dettagli che non hanno fatto altro che rendere più confusa la trama.
I personaggi sono poco approfonditi (certo, capisco però che in poco più di cento pagine ci vorrebbe un miracolo).
Ciò che ho apprezzato, invece, è stato il linguaggio utilizzato. Esso è ricco di riferimenti ad oggetti, marche tipicamente giovanili ma anche di frasi e formule gergali. Si potrebbe dire, quindi, che questo sia un libro destinato principalmente al pubblico giovanile.
Io lo avevo votato 2/5, orribile.
RispondiElimina