SerialTeller
L'appuntamento di Stories. dedicato al piccolo schermo.
Fino alla fine del 2016 non credevo che una serie storica con protagonista una regina potesse essere in grado di fare breccia nel mio cuore di serial-addicted. Una serie incredibilmente elegante ed ammaliante con la sua accuratezza è riuscita a stravolgere questa mia convinzione con un debutto in dieci comodi episodi ideati e curati da Peter Morgan, sceneggiatore di film come The Queen e Rush. The Crown, con la sua prima folgorante stagione, ha ripercorso la salita al trono di Elisabetta, un percorso complesso che ha caricato di responsabilità e doveri la vita di una ragazza ancora ingenua costretta a diventare una delle figure più importanti (e potenti) del pianeta.
L'8 dicembre su Netflix è tornato il fascino regalo nella sua declinazione più appassionante. L'ambizioso progetto di sei stagioni - ognuna ricopre una decade del regno di Elisabetta II - continua sui suoi strategici passi con una raffinata confezione di dieci episodi che ripercorrono alcuni degli eventi più salienti dell'epoca a cavallo dagli anni Cinquanta e Sessanta. Si torna a Buckingham Palace nel pieno della crisi di Suez intorno a cui si crea un forte clima di tensione che mette in serie difficoltà i più alti livelli del governo britannico ma anche l'autorità della corona stessa. Questa stagione muove i suoi passi proprio a partire dalle piccole ma minacciose crepe nel gradimento, malcontenti che si insinuano tra i sudditi e gli alleati e che si intrecciano con le più complesse e silenziose problematiche sul piano privato di Elisabetta stessa: il rapporto con il marito Filippo e il legame con la sua famiglia - in particolare con la sorella Margaret e lo zio Edoardo - sono cruciali nello sviluppo di ogni tipo di dinamica.
Tra scandali, incontri importanti e crisi internazionali, The Crown, però, riesce ancora a stupire come se i fatti narrati non fossero già storia.
Un semplice sguardo, una piccola e quasi impercettibile piega sul viso, un millimetrico movimento del capo: Claire Foy nei panni di sua maestà la regina d'Inghilterra, ancora una volta, è da standing ovation. Nonostante questa seconda stagione si concentri maggiormente sui personaggi secondari, lei riesce ad essere assoluta protagonista con le sua battaglie nascoste, le sue incertezze come sovrana criticate su più fronti e come donna. L'incontro/confronto con grandi personalità, come Jackie Kennedy, scatenerà, quindi, reazioni ed emozioni contrastanti in questa giovane divenuta fin troppo velocemente un'adulta.
Tema centrale di questi nuovi episodi è proprio il contrasto: tra doveri e piaceri, tra pubblico e privato, tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione. La monarchia ed i suoi personaggi sono al centro di un vorticoso vento di cambiamento frutto della collisione tra gli estremi più difficili da affrontare e gestire. La sceneggiatura sceglie di esplorare questo intricato universo approfondendo i personaggi secondari, concentrandosi prima su Edoardo e il suo passato e poi su Margaret, una splendida Vanessa Kirby, e il suo contrastante amore per Armstrong-Jones.
Costumi, fotografia e scenografie eleganti sono solo le ciliegine sulla torta di uno dei prodotti più riusciti degli ultimi anni che riesce a confermare ogni grammo del suo potenziale.
Voto seconda stagione: 8 e mezzo
Amo questa serie, sono indietro con la nuova stagione a causa del lavoro e dell'università....la mia preferita però rimane Margaret e in questa seconda stagione sembra proprio lei la regina indiscussa *.*
RispondiEliminaConcordo, splendida Vanessa Kirby! In questa stagione viene dato molto spazio alla sua Margaret e se ne può apprezzare il gran talento e valore :D
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